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Ricoverato in tre ospedali, muore per un’infezione: i familiari contro l’ASL

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Frattura del femore

Anziano muore dopo tre ricoveri all’ASL di Latina: il caso di malasanità avrebbe contribuito a complicazioni dopo la frattura del femore.

Femore
I problemi al femore dell’anziano all’ASL di Latina (credits @MBenessere) – Ilcorrieredellacitta.com

Un caso di presunta malasanità nel territorio dell’ASL di Latina, dove un 74enne è morto dopo tre ricoveri presso gli ospedali della Provincia pontina. Il calvario dell’anziano inizia dopo la rottura del femore, che per complicazioni dopo il primo intervento chirurgico lo costringono a sette successive operazioni chirurgiche nel giro di poche settimane. Purtroppo, nel giro di pochi giorni, l’uomo morirà per un’infezione sfociata in setticemia. 

Uomo muore dopo tre ricoveri ospedalieri all’ASL di Latina

La vicenda è stata riportata al nostro giornale dagli avvocati Rosita Mazzini, Eugenia Magno e la dottoressa Roberta Magnani: a loro si sono rivolti il parente dell’anziano deceduto, per aprire un’inchiesta sulla morte dell’uomo. Il calvario del 74enne inizia a ottobre 2021, quando è ricoverato in ospedale per la frattura del femore. Qui i medici optano per l’intervento chirurgico, che porterà all’installazione protesica dello stesso osso. Un’operazione che però, nel primo ospedale pontino, non porterà ai risultati sperati dai sanitari.

Il successivo ricovero ospedaliero

Il primo ricovero ospedaliero non risolverà i problemi di salute del 74enne. All’interno dell’Asl di Latina, l’anziano viene ricoverato in un’altra struttura del territorio. Qui viene evidenziata una lussazione della protesi del femore, che verrà affrontata con un secondo intervento chirurgico. Da qui inizieranno ulteriori complicazioni, legate anche alla presenza di un’infezione sulla ferita chirurgica: l’uomo, nella stessa struttura, verrà riaperto altre due volte dal medico chirurgo.

Problemi al femore
Anziano muore negli ospedali dell’ASL di Latina dopo la rottura del femore (credits @My Personal Trainer) – Ilcorrieredellacitta.com

Gli ultimi interventi chirurgici prima della morte

Il 74enne viene spostato in una terza struttura ospedaliera. I medici convengono come la precedente operazione svolta nell’altro ospedale, purtroppo, sia stata eseguita con alcuni difetti: i chirurghi ortopedici erano chiamati al riposizionamento manuale della protesi, dopo lo stato di lussazione. Ne seguirà un secondo intervento, con i sanitari che proveranno a contenere anche l’infezione: il problema era sorto sulla ferita chirurgica, che andava con il passare dei giorni peggiorando. Interventi che non hanno portato a un epilogo felice, considerato come l’uomo spirerà nel mese di dicembre 2021.

La linea degli avvocati nel decesso per malasanità

Secondo gli avvocati dello Studio Legale Mattarelli-Mezzini, l‘infezione sarebbe scaturita a cavallo tra il primo e il secondo ricovero ospedaliero dell’anziano. L’uomo infatti, durante l’esperienza nel primo ospedale, non avrebbe mostrato nessun segno di sepsi: problema riscontrato, al contrario, nel terzo e ultimo ricovero ospedaliero. 

Secondo l’analisi delle cartelle cliniche, è possibile allora che l’infezione sia partita tra il primo e secondo ricovero: degenerata poi in una grave sepsi, e il successivo decesso, poiché non sarebbe stata arginata adeguatamente dai medici che lo tenevano in cura. 

Dietro le ragioni del problema, secondo il parere delle avvocatesse, potrebbe esserci allora una superficialità sanitaria, che chiaramente dovrà essere accertata, eventualmente, da un processo: il primo intervento sarebbe infatti avvenuto con otto giorni di ritardo in confronto all’incidente e la rottura del femore. Tempo in cui i frammenti ossei avrebbero potuto contaminare l’area della frattura e innescare le complicazioni. 

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