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‘Molto urgente! Condividi subito!’: cos’è la truffa dello squillo dal numero straniero?

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+++Urgente molto urgente…+++ condividi, copia e incolla, passa a tutti i tuoi contatti!”. Quante volte sul web, ed in particolare sui social network, ci imbattiamo in messaggi come questo? E, a giudicare dal numero di volte che tali scritte, ‘invadono’ le nostre bacheche sono (siamo?) in tanti a contribuire a farli girare. Oggi parliamo di una nuova presunta truffa che vaga saltando di profilo in profilo: si tratta della cosiddetta “truffa dello squillo” almeno così dovrebbe essere perché in realtà, da noi, non è ancora arrivata. E forse mai arriverà.

La truffa dello squillo da parte del numero straniero

Il meccanismo, nella sua concezione originale (tra poco spiegheremo il perché di queste parole), dovrebbe essere il seguente. Si riceve una chiamata, solo uno squillo, da un prefisso straniero e quando l’utente richiama il numero gli vengono sottratti i soldi dal credito. La foto in primo piano mostra tutta una serie di numeri – ovvero la pagina condivisa a più non posso proprio sui Social – ‘responsabili’ per l’appunto del presunto tentativo di truffa. Già perché, in realtà, di questa truffa in Italia non c’è traccia. Ci spiega tutto la Polizia di Stato attraverso la pagina Agente Lisa (che vi consigliamo di seguire): “La truffa che gira in queste ore, e che sarà arrivata a molti di voi, è infondata. Ho chiamato la Polizia postale e i colleghi mi hanno confermato che ad oggi non c’è un riscontro effettivo che anche un solo utente abbia ricevuto una chiamata da questi prefissi stranieri con conseguente furto dei dati personali contenuti sul telefono. Nessuno ha mai denunciato ciò che è descritto nel messaggio.”

Cosiddetta truffa dello squillo: da dove arriva?

Prosegue il post dell’Agente Lisa: “Il messaggio è la traduzione di un originale americano (ma anche lì sarebbe da vedere se si tratta al solito di una leggenda metropolitana nella foto accanto) che paventa lo ‘One Ring Scam’ cioè la truffa dello squillo”, secondo le modalità di cui sopra. 

Bufale, presunte cospirazioni con condimento di allarme sociale: è sempre utile condividere?

Il meccanismo che ci spinge a cliccare su quel dannato pulsante ‘condividi’ non è facile da decodificare. Spesso, scrive ancora la Polizia di Stato, è dettato, dal “non costa nulla” e quindi il messaggio continua a reiterarsi incontrollato. E forse, anche se non lo ammetteremo mai, un po’ siamo spinti a crederci. Eppure tutto questo contribuisce ad un danno, e non di poco conto: si diventa partecipi nel diffondere una paura non giustificata. Certo, nel caso delle truffe è bene sensibilizzare quante più persone possibili, a patto però che esse siano reali, concrete, documentabili, ed effettivamente pericolose per la popolazione. L’invito finale dunque è quello di, leggiamo ancora da Agente Lisa, “cercare qualche informazione su un motore di ricerca per saperne di più (anche qui controllando la fonte e l’attendibilità del sito) e se qualcosa non vi torna evitare di condividere con la filosofia del “non lo so ma tanto non costa niente”, perché invece di essere uno dei tanti che grida “al lupo al lupo”, forse è meglio distinguersi e contribuire a non diffondere allarmismi. Di fronte ad informazioni di cui non si conosce la fonte poi, informazioni  che contengono dati magari solo a prima vista specifici ma che in realtà sono estremamente superficiali e volti solo a catturare l’attenzione con la paura, l’unica cosa da fare è cestinare o ignorare per evitare di diffondere la solita catena di Sant’Antonio tra Internet e smartphone.”

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