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Nettuno, un successo la mostra della pittrice apriliana Anna Kappler

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Si è conclusa ieri sera la mostra personale di Anna Kappler, ospitata nelle incantate stanza del Forte Sangallo di Nettuno, dal suggestivo titolo “Oltre la mente.. il mare” (organizzata da Silvia Angelini): cinquanta tele, cinquanta emozioni hanno adornato le mura antichissime dell’antico maniero.
La serata inaugurale, che si è tenuta sabato 2 maggio con interventi della poetessa apriliana Antonella Rizzo e della critica d’arte Emanuele Pellegrino, è stata un trionfo di arte e culturale e il numeroso pubblico ne è uscito entusiasta.
La pittrice di Nettuno spiega la sua arte: Chi è Anna Kappler? “Sono nata in questa città e sono biologa, con la passione per l’arte da sempre. Dipingo, leggo moltissimo, adoro la musica e vivere a contatto della natura, nel suo totale rispetto. Amo sperimentare con la mia pittura varie tecniche e materiali, sempre alla ricerca di emozioni positive, legate al concetto di ampi spazi ed al senso di libertà.
Quando ha capito di essere una pittrice? “In verità sin da bimba mi dilettavo con i colori, che poi ho dimenticato negli anni. Nel 2011, un infortunio mi costringeva all’immobilità. Così ho domandato a mio marito una tela qualche acquarello e un pennello e da lì ho cominciato realmente. Sono andata per un periodo nella scuola Arte Mediterranea di Aprilia, dove il Maestro Antonio De Waure mi ha seguita, indirizzata e consigliata. Ma avevo già una tecnica ben spiccata e la mia inventiva, il mio estro fanno il resto: l’utilizzo dei colori ad olio, l’arte mista, lo spatolato sono miei esperimenti e questi che vedi i risultati.”
“Oltre la mente il mare”: cosa significa? “Io amo il mare: provengo dall’isola di Pantelleria e vivo a Nettuno, quindi esso è sempre presente nel mio quotidiano e rappresenta il mio proseguimento, il proseguimento dei miei pensieri…”.
Tema ricorrente nelle sue telesono le donne… “Amo rappresentare le donne e loro umori, ma sopratutto la loro malinconia: mentre le traccio le immagino struggersi di dolore, o penare per un rimpianto e spesso le pongo davanti al mare, come davanti ad una via di fuga a quel malessere”.
Marina Cozzo

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