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Ostia, 103 kg di cocaina dal Sudamerica nelle moto d’acqua: sgominato narcotraffico internazionale, 5 arresti

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Avevano pensato di nascondere la droga – ben 103 chili di cocaina purissima – nelle moto d’acqua. La sostanza stupefacente stava per arrivare sul litorale romano, già occultata negli acqua-scooter, a bordo di una nave cargo.
Ma qualcosa, per la banda di narcotrafficanti, è andato storto e 5 italiani, residenti ad Ostia (due di loro in via Forni, zona del clan Spada), sto stati arrestati dai Carabinieri di Roma e dal gruppo OS-7 dei Carabineros de Arica, in Cile, con la collaborazione dell’agenzia doganale cilena e peruviana e dalla Procura cilena.

Gli arresti sono avvenuti al confine tra Cile e Perù, mentre i 5 italiani, 4 uomo e 1 donna, stavano caricando su un furgone con targa cilena le moto d’acqua imbottite di cocaina.

la droga non è sfuggita agli accurati controlli della polizia cilena, allertata dai colleghi italiani, che erano sulle tracce della banda.
Le indagini svolte fino a quel momento avevano fatto scoprire che i narcotrafficanti, che avevano la loro base in Cile, avevano acquistato gli acqua-scooter a Roma e li avevano trasportati in Sudamerica. I 5 andavano a rifornirsi di droga nell’estremo sud del Perù, a Tacna, per poi tornare prima in Cile e poi in Italia con la “preziosa” merce.
Ma l’ultimo carico – effettuato il 20 marzo – è stato quello che li ha portati dritti in carcere.

“Gli ispettori – hanno dichiarato i portavoce del Servizio Doganale Nazionale alla stampa cilena e peruviana – hanno deciso di condurre una ispezione completa delle moto d’acqua. Dopo averle esaminate con lo scanner e aver aperto la struttura dei veicoli acquatici, con vari strumenti e dopo diverse ore di lavoro, si è scoperto che al loro interno c’era una quantità significativa di una sostanza bianca cristallina che corrispondeva al cloridrato di cocaina”.

In sudamerica, i trafficanti italiani avevano chi faceva da tramite con gli omologhi locali: si tratta del cileno Alejandro Chamorro Martinez, anche lui arrestato a Santiago, con l’accusa di aver fornito appoggi, mezzi e telefoni cellulari (15 i telefoni sequestrati agli italiani nel corso dell’operazione) alla banda italiana.

Gli inquirenti hanno sequestrato non solo le 4 moto d’acqua, ma anche denaro contante: 2100 euro e 710 soles peruanos (circa 170 euro).

(foto diarioeldia.cl)

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