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Nuovo scontro Regione Lazio-M5S romano sulle spiagge libere di Ostia. La risposta dem

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E’ scoppiata una nuova polemica tra la Regione Lazio e il M5S romano. Stavolta l’oggetto della discordia sono le spiagge libere di Ostia.

Dopo la bufera sulla gestione dei rifiuti e le polemiche di qualche settimana fa a partire dalle critiche di Angelo Bonelli dei Verdi circa i dati forniti dal Campidoglio sulla nuova organizzazione dei lidi del X Municipio, mercoledì il capogruppo grillino in Consiglio comunale, Paolo Ferrara, ha rilasciato un’intervista a TeleRoma56 con dichiarazioni al veleno contro la Regione guidata dall’acerrimo PD.

L’ATTACCO DEL M5S

Il regolamento regionale del 12 agosto 2016ha spiegato Ferrara– include all’interno delle spiagge libere le spiagge di Capocotta e Castel Porziano. Per cui il necessario 50% di spiagge libere è stato computato in funzione di questo inserimento“.

Ed ha attaccato: “Se le avessero tolte, così come noi avevamo chiesto in Consiglio Regionale, oggi avremmo la possibilità di avere più spiagge libere togliendole agli stabilimenti balneari. Questo è un dato di fatto. Hanno in qualche modo fatto un favore ai balneari“.

Infine ha promesso: “Il Movimento 5 Stelle non farà questo: vuole le spiagge libere e attrezzate e vuole anche gli stabilimenti balneari, ma nel rispetto delle regole della legalità. Noi vogliamo un mare libero: in tutte le parti del mondo non si entra in spiaggia pagando, ma si entra liberamente, i muri vengono abbattuti. Vogliamo riprodurre un modello che troviamo dappertutto, come a Barcellona: come ci sono riusciti loro ci può riuscire anche Roma“.

LA DIFESA DEM DELLA REGIONE

La risposta democratica arriva ad Ostia da parte della giovanile del partito di centro-sinistra, i GD, che in un comunicato sostengono:

Questo calcolo (quello citato da Ferrara n.d.r.) è estremamente importante, perché la legge regionale numero 8 del 2015 impone ai comuni di riservare ALMENO il 50% delle spiagge di propria competenza al libero utilizzo o, volendo leggerla al contrario, impone di riservare agli stabilimenti AL MASSIMO il 50% del litorale. Ovviamente, essendo sia la spiaggia di Capocotta che quelle dei Cancelli spiagge libere di competenza comunale, la Regione non poteva non considerarle nel conteggio. Ferrara vede in tutto questo una macchinazione del Partito Democratico, al governo della Regione, che in questo modo manifesterebbe la propria volontà di lasciare pressoché invariato il potere dei gestori degli stabilimenti. Ma la Regione sta semplicemente applicando la legge, che tra l’altro riguarda non solo Roma, ma tutti i comuni del Lazio”.

Quindi rispondono all’attacco: “Spetta all’assemblea capitolina del Comune di Roma, di cui Ferrara è membro di spicco, decidere quanta spiaggia libera inserire, purché sia ALMENO il 50%. Quindi anche il 60, il 70, l’80… o il 100%. Semmai, Ferrara faccia attenzione a un’altro passaggio della legge che si è dimenticato di citare: cioè che oltre alla quota complessiva del 50%, deve essere rispettata anche una quota aggiuntiva pari (sempre ALMENO) al 20% di spiagge libere all’interno di ciascun ambito omogeneo (un ambito omogeneo è una porzione di litorale con caratteristiche simili). 

Ad oggi gli ambiti sono:
1. Foce del Tevere- Porto;
2. Porto- Canale dei Pescatori;
3. Canale dei Pescatori- stab. Gambrinus;
4. Stab. Gambrinus- stab. Marinella;
5. Stab. Marinella-Capocotta.

A chi conosce bene il litorale di Ostia, risulterà evidente che gli ambiti 3 e 4 siano abbondantemente sotto la quota minima del 20%“.

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