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Coronavirus: non mettiamo in quarantena il buonsenso

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Tutti uguali, o quasi
Devo ammettere che mi riesce difficile scrivere per la rubrica domenicale, non certo per mancanza di argomenti, semmai per le troppe emozioni che tutti noi stiamo vivendo in questi giorni.
Ho ricevuto diverse chiamate e messaggi dai miei pazienti, su cosa fare per placare l’ansia, o come riuscire a dormire la notte, o ancora, in quale modo riempire le lunghe e ripetitive giornate.
Non me la sento di mettermi “in cattedra” e dare consigli a chi sta attraversando la mia stessa condizione: le vostre, difficoltà sono anche le mie.

Ma siamo veramente fermi?
Avete presente il topolino in gabbia che corre sulla ruota? Proviamo ad immaginarlo in una piccola stanza: il topolino continuerà a correre per tutto il perimetro.
E’ così che stiamo vivendo.
E’ paradossale pensare di fermarsi, quando ci stanno costringendo a stare fermi: ma è necessario prendere consapevolezza e autoregolarsi.
La sensazione principale è di impotenza, una claustrofobica condizione di blocco non solo fisica ma anche di reazioni, se pensiamo a un litigio in famiglia: data la situazione può diventare ingestibile, il non poter aprire la porta e andare fuori è una limitazione terrificante; e allora dobbiamo fare attenzione ed evitare argomenti di discussione.
Ma non solo: ci sono coppie di fidanzati che non convivendo si ritrovano in una storia a distanza, che mette a dura prova il sentimento; i bambini, chiusi tra le quattro mura ad annoiarsi, tra smartphone e tv; per non parlare di chi non vive nella propria città, la mancanza dei propri affetti e dei luoghi di appartenenza, degli anziani soli senza assistenza, e di chi teme il dopo, di chi non può lavorare e si ritrova in difficoltà economiche.

Umore a picco
Il virus colpisce anche le nostre emozioni, dalla paura passiamo all’apatia, e nel mezzo la rabbia. I giorni passano e si perde la voglia di vestirsi, di alzarsi presto, di fare sport.
Dopo le prime abbuffate il senso della fame cala: non smaltire cibo riduce la voglia di mangiare.
La durata del sonno diminuisce: durante il giorno non ci sono attività che possano stancare l’organismo.
La libido cala: stare a contatto h24 con il partner non stuzzica troppo la fantasia.
Il relax si interrompe: i bambini non possono stare sul divano, si stancherebbe anche la famiglia del Mulino Bianco.

Nessun consiglio, solo buonsenso
Seppur nella stessa condizione, non siamo tutti uguali e i consigli non possono essere applicati come uno stampino.
C’è chi ha la fortuna di lavorare a casa ed avere 6/8 ore impegnate, e chi, purtroppo, resta fermo: ed è questa la prima differenza importante.
Usare il buonsenso significa riuscire a gestire le possibili litigate in famiglia, non è facile e lo capisco, ma se davvero vogliamo rendere “fruttuoso” questo momento delicato, dobbiamo riconoscere i nostri limiti.
Aumentare il contatto con i propri cari è importante ma deve essere fatto senza forzature, non è detto che si debbano risolvere problemi relazionali in tre giorni; siamo nella prima fase di sconforto, di disorientamento e ansia, ed è giusto restarci tutto il tempo necessario.
Siamo abituati a correre, a fare tutto velocemente e presi dalla frenesia facciamo torte, pasti elaborati, cantiamo alla finestra, condividiamo cose e cose sui social, videochiamate di gruppo, challenge, messaggi audio e video, lunghe telefonate: ma possibile che anche bloccati in casa si debba fare e fare?

Evitiamo
– La protezione civile alle 18:00 trasmette il bollettino in diretta: seguiamolo e poi basta tg.
– Challenge, condivisione video: solo nella giornata di ieri mi sono pervenuti due video, una donna malmenata dal marito mentre suonava il flauto dal balcone, e il coro dei romani contro i napoletani puzzolenti. Ne sono rimasta profondamente toccata, perché credo che in un momento del genere continuare a picchiare la propria donna, o colpire i napoletani sia davvero ridicolo. Che sia un fake o meno non importa, se gira in rete evidentemente è ritornato attuale.
– Complottismi: ma dico io, se avete tutta questa fantasia, ma scrivete un libro! Guerre batteriologiche, carri armati, virus inesistente, potenti della terra che vogliono la nostra morte… Ma anche meno! Il virus sta mandando in collasso il sistema sanitario, questo è un dato di fatto, pensiamo a non intasare gli ospedali. Punto.

Facciamo
– Proteggiamo il sonno: cerchiamo di andare a letto sempre alla stessa ora, e se il sonno non arriva è fisiologico, è dura lo so, ma la mattina usciamo dal letto presto, e non facciamo sonnellini pomeridiani.
– Curiamo la linea: non esageriamo con i pasti, rischiamo di uscirne con il diabete.
– Il sesso: se cala inizialmente ci sono sempre gli abbracci, i baci e la vicinanza emotiva. Tutto il resto verrà naturale.
– Dedichiamoci agli affetti senza invadere gli spazi. Se il figlio adolescente vuole restare in camera lasciamolo stare, così come la mamma che guarda la televisione. Cerchiamo di mantenere le nostre abitudini personali.
– Se solo avessi più tempo: quante volte l’abbiamo detto? Per fare cosa? La manicure? Leggere? Vedere film? Guardare la parete bianca? Scrivere per un blog?
Ora possiamo farlo, perciò direi: facciamolo.

Conclusione
Non esistono ricette psicologiche, siamo tutti nella stessa barca e la noia bussa alla porta di chiunque.
Il buonsenso ci guiderà, seppur a fatica. E una cosa è certa: ne usciremo cambiati, alcuni peggiorati.
Andrà tutto bene.

Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it
Vi aspetto.
Dott.ssa Sabrina Rodogno

Psicostress

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