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No al trasferimento della Marone in Via dei Castelli, monta la protesta tra i genitori: “Raccolta firme e manifestazione sotto al Comune”

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Scuola Marone nel rudere immobile da 6 milioni di euro

Si stanno organizzando e riunendo insieme le famiglie della scuola Marone a Pomezia per dire no al trasferimento dei propri figli nell’immobile di Via dei Castelli Romani recentemente acquistato dal Comune per oltre 6 milioni di euro che dovrebbe avvenire a breve. Un’operazione che, com’è noto, ha suscitato sin dall’inizio dubbi e perplessità ma che non ha fatto cambiare linea all’Amministrazione.

Adesso però le famiglie non ci stanno e dicono no allo spostamento nella nuova struttura che, lo ricordiamo, dovrà essere riadattata – in tempi più che record – ad edificio scolastico. Per questo hanno organizzato una petizione e stanno raccogliendo proposte e soluzioni alternative da presentare al Sindaco di Pomezia Veronica Felici; annunciata, a questo proposito, una manifestazione per la prossima settimana. 

Immobile 6 milioni di euro pomezia scuola marone
L’immobile di Via dei Castelli Romani è in condizioni fatiscenti: sarà pronto per il prossimo dicembre?

La posizione dei genitori della Marone

Intanto è stato creato un blog online  e una chat Whatsapp, con le quali le famiglie stanno organizzando tutte le loro attività, tra cui quella della raccolta firme. “Attualmente, com’è noto, esiste una ipotesi di spostamento della scuola secondaria di I grado P.V. Marone nell’edificio situato in via dei Castelli Romani 24, il quale però risulta totalmente inadeguato per tale scopo, sia per le condizioni in cui versa e sia per la possibilità di essere raggiunto dalle famiglie che sono organizzate con la macchina e soprattutto dalle famiglie che possono raggiungere la scuola a piedi”ci spiega l’Arch. Massimo Andreoli che sta coordinando le attività.

Le condizioni strutturali

A mettere in allarme sono soprattutto le condizioni dell’edificio che ad oggi tutto è tranne che pronto ad ospitare le 42 classi e i 2 uffici come richiesto dal bando del Comune. “Ma i problemi non riguardano soltanto gli aspetti apparenti e lo stato dell’immobile – prosegue – le nostre perplessità riguardano anche le certificazioni anti-sismiche e anti-incendio: sul primo punto, considerando l’età del fabbricato e l’attuale destinazione ad uso uffici, pare evidente che, ai sensi dalla normativa che regola le costruzioni NTC2018, ricorra l’obbligo di adeguamento sismico, esattamente come per la sede attuale di Via della Tecnica, con la precisazione che per la sede attuale si stimano due anni di cantiere ed altrettanti ne serviranno per l’edificio di via dei Castelli Romani 24. In altre parole, o almeno così sembrerebbe, la soluzione adottata dall’Amministrazione Comunale, paradossalmente, contiene di nuovo il problema”.

“Sul secondo invece ci chiediamo: si riusciranno ad avere, mancando oltretutto una scala di sicurezza esterna (ne verrà realizzata una?) attualmente, tutte le certificazioni e le richieste condizioni di sicurezza antincendio in tempi così brevi?”. Scadenze, burocrazia e sicurezza, insomma, tutte facce della stessa medaglia che non sempre vanno a braccetto nel nostro Paese.

I tempi

Già, scadenze. I tempi fissati dal bando sono stringenti ma, dal Comune, nessuno ancora ha chiarito cosa accadrà – ci auguriamo di no ovviamente – se l’immobile non sarà pronto a regola d’arte, certificazioni comprese, entro il 22 dicembre e poi per il successivo 8 gennaio, quando teoricamente gli alunni dovranno iniziare a frequentare lì le lezioni. Perplessità che i genitori rilanciano a gran voce “sempre ammesso – tengono a precisare – che effettivamente i lavori PNRR partano per quella data ovviamente”. Ma in tal senso l’Assessore preposto ha ribadito che non ci saranno ritardi e che lo sgombero dei locali di Via della Tecnica dovrà avvenire a breve proprio per consentire l’inizio degli interventi.

I disagi

Poi c’è l’aspetto logistico, uno dei nodi centrali della faccenda. La sede di Via dei Castelli romani è fuori dal centro e al momento sprovvista di percorsi pedonali sicuri, tema peraltro già affrontato in passato dal nostro giornale. “Abbiamo fatto un sondaggio, che è ancora in corso, tra le famiglie della Marone: ebbene su 297 nuclei oltre la metà ci dice che i propri figli tornano a casa a piedi all’uscita da scuola dall’attuale sede di Via della Tecnica. Da lì come farebbero?”. 

Sondaggio
Il sondaggio svolto tra i genitori della scuola Marone – ilcorrieredellacitta.com

Le proposte dei genitori

Ma cosa propongono i genitori? L’Amministrazione, lo ricordiamo, attraverso i suoi comunicati, ha sempre precisato che le famiglie si sarebberomostrate contrarie all’idea dei moduli abitativi e che anche per scelte strategico-economiche, arricchire il patrimonio dell’Ente piuttosto che pagare un affitto, si è deciso di procedere con il bando e poi con l’acquisto del palazzo di Via dei Castelli Romani. 

“Abbiamo chiesto ai genitori quale sarebbe per loro la scelta migliore e per ora prevalgono quelle del mantenimento nell’attuale sede, trovando un modo di far svolgere i lavori senza spostare gli alunni come fatto in altre parti di Italia sempre in materia di lavori con fondi PNRR (ipotesi su cui l’Assessore Abbondanza ha però già anticipato un’impossibilità in Consiglio l’altro giorno, ndr); oppure individuare insieme un’altra soluzione, ovvero una sede idonea allo scopo e non una da riadattare come questa“, prosegue l’Architetto.

Sondaggio scuola Marone
Le proposte dei genitori: quale soluzione per gli studenti? – ilcorrieredellacitta.com

Annunciata manifestazione?

Stamattina intanto, proprio davanti alla scuola Marone, sono state raccolte altre firme. “Considerando il numero crescente di richieste abbiamo esteso la possibilità di partecipare anche online (qui l’indirizzo web)“, conclude il coordinatore dei genitori. Intanto, come detto in apertura, si starebbe organizzando per la prossima settimana, con modalità da definire, un corteo pacifico di famiglie e alunni, non politicizzato, da far convergere sotto la sede del Comune per chiedere un incontro con il Sindaco Veronica Felici. E cercare insieme un’alternativa. 

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