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Il nuovo romanzo di Mauro Valentini “Cesare”: l’intervista all’autore

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Mauro Valentini

Avevamo imparato a conoscerlo come scrittore di storie vere. I suoi libri precedenti, 5, parlavano di misteri, di giustizie non compiute, di colpevoli non trovati o semplicemente non condannati. Tra questi Mio figlio Marco – La verità sul caso Vannini, scritto con Marina Conte, tra i primi dieci libri più venduti in Italia nel 2020.

Poi, improvvisamente, lo scorso anno, il cambio di rotta. Mauro Valentini aveva deciso di dire basta. Lo sforzo emotivo che metteva nello scrivere di persone che avevano perso la vita tragicamente, del dolore straziante dei familiari, era davvero tanto. C’era bisogno di uno stacco.

Il primo romanzo di Mauro Valentini: Tyson

La fantasia aveva bisogno di galoppare. Ed è nato Tyson. Il suo primo romanzo, accolto con successo dal pubblico e dalla critica. Adesso lo scrittore romano, ma pometino d’adozione, ci ha preso gusto e, a pochi mesi di distanza, è già nelle librerie con la sua nuova opera.

Il libro “Cesare” 

Ecco allora “Cesare (Come Quando Fuori Piove)”. Una storia diversa, ma in un certo senso legata alla prima. Protagonista, anche in questo caso, un uomo che va inesorabilmente verso quel destino a cui vorrebbe sottrarsi. E anche qui, come in Tyson, ritroviamo l’elemento della gabbia.

La trama

Cesare vive anni in una sorta di isolamento volontario. Ha un buco dentro a cui non sa dare una spiegazione. E allora inizia a cercare il motivo di questo suo malessere ripercorrendo i momenti più importanti della sua vita. Gli amori perduti, un figlio che non lo vuole come padre e un brutto infortunio che ha spezzato i suoi sogni di promessa del calcio. Ma in questo percorso di riflessione rabbiosa troverà presto qualcuno contro cui riversare le colpe del suo fallimento. Deciderà quindi di vendicarsi, mettendo in moto un piano violento e salvifico, che scatenerà una serie di azioni e reazioni che lascerà il lettore letteralmente senza fiato.

Copertina del libro cesare

L’intervista a Mauro Valentini

Come è nato Cesare?

“Questa è una storia che mi ‘chiamava’ da tempo. Quest’uomo alla soglia dei 50 anni si trova a perdere tutto e non riesce a trovare un motivo. Cercherà un colpevole del suo fallimento come uomo, come calciatore, come padre. Ha un matrimonio fallito alle spalle, un infortunio che gli ha stroncato la carriera sportiva e un rapporto chiuso con il figlio, che lo turba in maniera particolare. Partendo da questa sua macerazione interiore, lui cercherà qualcuno su cui vendicarsi”.

Lo troverà?

“Sì, troverà qualcuno su cui riversare tutta la sua rabbia. Per alcuni aspetti questo libro somiglia al precedente: ci sarà anche una gabbia a fare da corto circuito emotivo. Ma quello che volevo raccontare è il tentativo di risalita di questa persona che si trova nel fondo a 50 anni. Ma non si tratta di una sconfitta economica, la sua. Mentre in Tyson c’erano disagi dal punto di vista socio-economico, con persone disperate perché non avevano una collocazione, qui c’è un personaggio che invece ha un lavoro e una dignità. Gli manca una collocazione umana e morale”.

Nel romanzo, così come in Tyson, si nota il rigore del dettaglio.

“Sì, ho mantenuto questa caratteristica, ereditata dal mio modo di scrivere di quando mi occupavo di fatti di cronaca. Adesso è vero che questi sono personaggi inventati, ma corrono intorno a storie vere. E le storie vere che li circondano sono assolutamente dettagliate: niente è buttato lì a caso”.

Cesare è un personaggio complesso. Ma è un violento come potrebbe apparire dalle prime pagine del libro?

“Inizialmente l’avevo immaginato un po’ diverso, come una sorta di giustiziere della notte. Poi, però, man mano che scrivevo, mi rendevo conto che il personaggio aveva del sentimento e che in fondo la violenza non gli apparteneva. Non totalmente. Quindi è cresciuto come persona. È come se lui mi avesse imposto di dargli una moralità. Volevo raccontare una storia più sanguinosa, invece è uscito fuori un qualcosa di diverso. Fa un bilancio, cosa che potrebbe fare chiunque alla mia età, e si rende conto che qualcuno gli ha tolto qualcosa. E questo qualcosa lo rivuole. Quindi se lo va a cercare”.

Una domanda è d’obbligo: nel libro c’è un personaggio che mi somiglia tantissimo… a chi ti sei ispirato?

“Il personaggio si chiama Maria – ride – quindi la risposta eccola. È una figura oserei dire fondamentale: molto forte e determinata, nonostante tenga molto alla sua femminilità. È lei, con la sua fantasia e modo di agire non convenzionale, a cucire le varie vicende della storia che sembrano distanti tra loro e portarle a compimento. Senza di lei, la storia non ci sarebbe potuta essere”.

Il romanzo è già negli scaffali delle librerie. Stai già pensando al prossimo?

“Tornerò all’inchiesta. Quando avevo lasciato la cronaca, con il caso Vannini, avevo detto che solo una storia mi era rimasta nel cuore e mi avrebbe convito a tornare alle carte dei tribunali. Ebbene, questa storia mi ha chiamato. Non posso ancora dire quale sia, ma entro gennaio dovrebbe essere pubblicata, ho già iniziato a lavorarci”.

Il corriere della città maggio 2022
Da Il Corriere della Città maggio 2022
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