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Torvaianica, periferie abbandonate a degrado e pericoli: ecco la storia e l’appello di Gioia

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Una strada super trafficata ma dimenticata dalle istituzioni, un tratto in cui le auto sfrecciano a tutta velocità incuranti di semafori e attraversamenti pedonali, una fermata dell’autobus che, come molte altre a Torvaianica, è abbandonata nel degrado più totale. 

Stiamo parlando dell’ultimo tratto del Lungomare delle Meduse, in una delle zone più periferiche di Torvaianica dove i cittadini si sentono dimenticati dall’Amministrazione.

Tra questi cittadini c’è anche una nostra lettrice di cui, per sua scelta, non faremo il nome. Per comodità la chiameremo Gioia, nome di fantasia ma più che mai adatto alla sua personalità gioiosa, nonostante le dure prove che hanno colpito la sua vita.

Ma facciamo un passo indietro e conosciamo meglio Gioia.

La storia di Gioia:

Gioia è una ragazza di 40 anni che vive da sempre a Torvaianica, in una delle zone più periferiche, nei pressi dello stabilimento Carbonetti.

All’età di 13 anni è stata investita a tutta velocità da un pirata della strada che, oltretutto, non si è fermato a prestarle soccorso ma ha continuato come se nulla fosse la sua folle corsa.

L’investimento era avvenuto proprio davanti casa di Gioia e, fortunatamente, una delle sue vicine di casa che era affacciata al balcone si è accorta di quanto era accaduto.

La donna ha immediatamente allertato il figlio che è sceso in strada a prestare soccorso a Gioia. La ragazza è stata trascinata via dall’asfalto proprio pochi istanti prima che sopraggiungesse un’autobus, anche questo a tutta velocità.

Le condizioni di Gioia erano però critiche a causa del violento impatto. Dopo una corsa in ospedale presso la Clinica Sant’Anna, la ragazza è stata trasferita d’urgenza presso il San Camillo di Roma, dove è stata ricoverata in codice rosso e spostata immediatamente nel reparto di rianimazione.

I medici avevano comunicato alla famiglia che Gioia probabilmente non sarebbe riuscita a superare la notte. Ma grazie  alla sua tenacia e alle preghiere della sua famiglia, la ragazza ce l’ha fatta.

Da lì, per oltre un mese Gioia è rimasta in coma. Al suo risveglio ha dovuto affrontare diversi interventi, tra cui l’inserimento di una protesi all’anca, una al femore, una al ginocchio e l’amputazione parziale di un piede. Uno degli interventi più delicati però era quello della ricostruzione della cornea che, purtroppo non è andato a buon fine. Gioia ha così perso completamente la vista ad un occhio.

Per diversi anni, durante la sua adolescenza, Gioia ha dovuto fare riabilitazione motoria. 

Tutto ciò, come abbiamo già accennato, non ha spento il suo sorriso, la sua forza di volontà e la sua allegria, anzi, ha portato Gioia ad amare la vita e ad amare il prossimo.

Negli anni, Gioia ha fatto parte di diverse associazioni di volontariato ed ha aiutato molte persone in difficoltà. Adesso però è lei ad essere nuovamente in difficoltà.

Già, perché la zona in cui Gioia vive, come dicevamo, è da sempre stata trascurata dalle Amministrazioni che si sono susseguite, e continua ad esserlo anche da quella attuale.

Il problema attuale

Gioia ogni giorno deve prendere l’autobus per andare a lavoro. La fermata adiacente a casa sua però, come molte altre del Lungomare e di Torvaianica in generale, è completamente degradata.

Non ci sono le pensiline, non ci si può ne’ sedere ne’ ripararsi da vento e pioggia in inverno, o dal sole in estate.

Ogni giorno, insieme a Gioia, a quella stessa fermata aspettano l’autobus decine di persone.

<<E’ mai possibile che anziani e bambini, quando aspettano il pullman debbano buttarsi in mezzo alla strada per farlo fermare?>>. Ci scrive Gioia.

<<Non solo la fermata non è visibile – prosegue Gioia – non ci sono nemmeno i dovuti controlli. Qui corrono tutti come i pazzi e la mia paura è che quello che è successo a me possa accadere a qualcun’altro>>.

<<Inoltre da quattro giorni ormai sono stati abbandonati degli enormi sacchi dell’immondizia davanti alla fermata. I sacchi hanno occupato l’unica parte di marciapiede disponibile per aspettare l’autobus in sicurezza. Per di più, lo “zozzone” che ha abbandonato i sacchi, li ha messi proprio intorno ad una cassettina sulla quale potevo sedermi per aspettare l’autobus, avendo purtroppo delle gravi difficoltà a rimanere in piedi. Ho provato a spostarli – conclude – ma purtroppo sono davvero pesanti, essendo pieni di calcinacci e chissà quale altra robaccia>>.

L’appello di Gioia è quindi questo: <<Possibile che una frazione di Torvaianica possa essere abbandonata dalle istituzioni? Anche noi siamo cittadini e come tutti paghiamo le tasse. Innanzitutto chiedo la rimozione dei rifiuti dalla fermata dell’autobus e, magari, l’installazione di una pensilina adeguata. Chiedo che l’Amministrazione intervenga per garantire ai residenti della località Carbonetti gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini di Pomezia. Chiedo maggiori controlli, sicurezza e cura nelle nostre strade, affinché ciò che è accaduto a me non accada più a nessuno>>.

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