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Violenza nel calcio laziale: lo scempio non può continuare

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La gara del campionato di Promozione tra Virtus Olympia San Basilio e Atletico Torrenova dell’11 novembre scorso è terminata con un’aggressione ai danni dell’arbitro Bernardini della sezione di Ciampino, il quale dopo uno svenimento si è potuto salvare solo grazie all’intervento tempestivo di un dirigente. Il 24enne ha trascorso in ospedale più di due settimane, con 60 giorni di prognosi accertata dai medici. Fermiamoci un attimo. Noi appassionati di sport ci alziamo dal letto la domenica per andare a tifare, allenare, dirigere, osservare, confrontarci ma soprattutto arricchirci interiormente. Lo sport è arricchimento interiore perché ci consente di conoscere nuove persone, avversari, persone dalle quali imparare molto. Ebbene, se noi trasformiamo la domenica come occasione per scaricare le nostre frustrazioni, il nostro malessere, la nostra parte peggiore è molto grave. Diventa ancor più grave se tutto questo lo si esercita su chi è impotente, su chi non ha protezione. Lo stop di una giornata dopo il grave episodio accaduto a Riccardo, è stato più che sacrosanto sotto il punto di vista etico e morale, sperando facciano seguito pene più esemplari sia per i soggetti coinvolti sia per le società. Chi frequenta i campi laziali è consapevole di una situazione pressoché diventata insostenibile non solo dal punto di vista emotivo per gli arbitri, ma purtroppo anche troppo spesso fisico. “Smettiamola di giocare” e cominciamo ad imparare, a rapportarci in modo più equilibrato, più rispettoso. Riccardo sarebbe potuto essere tuo figlio: come l’avresti presa? Come avresti reagito? Insegna a tuo figlio il rispetto per i suoi compagni, per i suoi avversari, per i suoi arbitri. Lo scempio non può continuare, tu devi fermarlo.

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