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Aggressione omofoba sulla Metro B, la vittima: “Nessuno mi ha aiutato perchè sono gay”

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Metro Piramide a Roma

Nuovo episodio di omofobia all’interno delle linee Metro B di Roma. Un’attivista della comunità LGBTQ+ sarebbe stato aggredito all’interno della stazione di Piramide, poichè preso di mira per il suo orientamento sessuale e il modo di vestire. Ad aggredirlo sarebbe stato un uomo, che aiutato da un bambino (probabilmente il figlio), si sarebbe scagliato contro l’attivista romano. 

L’aggressione omofoba sulla Metro B di Roma

Secondo il racconto dell’attivista LGBTQ+, quell’aggressione ai suoi danni è “nata dal nulla”. Infatti, quel papà con appresso il bambino non aveva nessun motivo per aggredirlo. Tutto sarebbe incominciato al momento in cui le due persone, la vittima e l’aggressore, si sono incrociate sulla banchina della stazione di Piramide. Qui, in direzione dell’attivista, sarebbero stati pronunciati gravi insulti come “F****0”, “R*******e” o “F*******o”. 

Il pestaggio dentro la stazione di Piramide

Sempre facendo riferimento al racconto dell’attivista LGBTQ+, la schermaglia non si sarebbe fermata ai soli insulti verso la sua persona. Infatti, incurante di tenere appresso un bambino, l’aggressore sarebbe passato alle “maniere forti” verso la sua vittima: ai danni del membro della comunità LGBTQ+ sono arrivati tantissimi schiaffi sul viso, pugni e addirittura calci, che lo hanno lasciato esanime a terra. 

L’indifferenza dei pendolari sulla Metro B di Roma

Nonostante ci trovassimo in una delle fermate centrali della linea metropolitana di Roma, dove oltre alla Metro B ci sono il capolinea della MetroMare e la stazione Ostiense, nessuno si è parato in difesa dell’attivista LGBTQ+. Nonostante sulla panchina fossero presenti tante persone, nessuno è intervenuto per aiutare l’uomo in difficoltà. Neanche le urla di dolore della vittima, colpito sul viso e nello stomaco, hanno acceso lo spirito di solidarietà e aiuto verso gli altri pendolari della linea. In un clima di profonda omertà, tutti sono rimasti volgarmente a “guardare”, ignorando del tutto come la vittima fosse rimasta sanguinante a terra. 

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