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Allarme siccità nel Lazio. L’Anbi: ‘Tutta colpa dei cambiamenti climatici’

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È l’Anbi Lazio a lanciare l’allarme siccità nel Lazio. L’associazione dei Consorzi di bonifica lamenta una situazione critica dei bacini presenti nella regione. La pioggia di questo inverno, secondo l’associazione, è stata assolutamente insufficiente a soddisfare le esigenze anche in vista della stagione più calda.

Una crisi idrica dovuta ai cambiamenti climatici

Secondo i dati dell’Osservatorio dell’Anbi, sembra proprio che questa carenza idrica sia da attribuire ai cambiamenti climatici, troppo veloci per consentire un’organizzazione tale da fare fronte alla situazione di siccità che si registra non solo nel Lazio, ma in tutta Italia.

E in particolare il presidente dell’Associazione nazionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue, Francesco Vincenzi sottolinea come “la condizione idrica del Paese, ma soprattutto le proposte per aumentare la resilienza dei territori alle mutate condizioni climatiche sono al centro del colloquio. Un ministero dell’Acqua – sottolinea – sarebbe un sogno”.

I bacini idrici continuano a scendere di livello

Sul territorio laziale il problema è estremamente serio, se si considera che il livello del Tevere continua ad abbassarsi, così come diminuisce il livello dei fiumi Sacco e Liri. Ed è proprio l’Anbi a evidenziare questa situazione di criticità evidenziando: “Per i laghi, quello di Bracciano è a un livello più basso di 14 centimetri rispetto al 2022 e a quello di Nemi mancano 84 centimetri, così come il Trasimeno che è di 1,16 metri in meno”.

La sofferenza dell’agro romano

Ci sono poi zone che dovrebbero prepararsi all’irrigazione, prevista ad aprile. In Ciociaria ad esempio, ma anche nel viterbese; mentre nel territorio pontino sembra che le imprese agricole riescano ancora a far fronte alla richiesta irrigua. Nell’agro romano, invece, si registra una pesante sofferenza, anche se il Consorzio di Bonifica Litorale Nord di Roma sembra si sia già attivato per garantire l’acqua ai territori di Tarquinia, Fiumicino e Cerveteri. Ma la situazione resta allarmante…

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