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Ama, rischiano di perdere il lavoro 301 dipendenti inidonei: al via i controlli

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Un furto in piena regola quello che l'altra notte si è consumato in uno dei depositi Ama sulla Pontina. Rubate le chiavi di 10 furgoncini.

Roma. La riunione di lunedì scorso tra i vertici di Ama e i sindacati di categoria si è presto trasformata in un serrato ed accesso confronto. Le motivazioni? Il nuovo capo del personale, Antonio Migliardi, ha messo sul tavolo due richieste che hanno subito allarmato Cgil, Cisl, Uil e Fiadel. L’incontro doveva ruotare attorno al nuovo piano industriale della municipalizzata che aspetta il via libera da parte dell’Assemblea Capitolina ma le questioni emerse sono state di ben altra natura. Troppi lavoratori non idonei in azienda e la rotazione dei capizona, queste le richieste avanzate dal nuovo capo del personale e che hanno ben presto sollevato una certa apprensione nei sindacati di categoria. 

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I lavoratori non idonei in Ama 

Come prima cosa, la municipalizzata intende affrontare il problema dell’alto numero dei lavoratori non idonei al suo interno. Si tratta di circa 1.800 persone su oltre 7 mila dipendenti che in base a diverse patologie che sono state certificate loro non possono effettuare una serie di mansioni vedendosi decurtato anche lo stipendio. Per gli oltre 1.500 temporanei non totali occorrerà, dunque, intensificare le visite mediche di controllo così da capire se c’è stata una guarigione e rimetterli alla piena operatività. Un altro discorso vale invece per gli inidonei totali i quali possono fare solo determinate mansioni. Numeri alla mano, sono 117 gli inidonei totali permanenti, 184 i temporanei dunque sono complessivamente 301 i dipendenti che l’azienda vuole rendere maggiormente produttivi oppure mandare a casa. Dunque, in ottemperanza all’articolo 44 del contratto di lavoro, la municipalizzata valuterà le condizioni dei 301 inidonei per capire se è possibile ricollocarli anche con un demansionamento e conseguente taglio dello stipendio e, in caso contrario, c’è soltanto la strada dell’esubero, del licenziamento per giusta causa. Ipotesi quest’ultima irricevibile per il sindacato.

La rotazione dei capizona 

Per quel che invece riguarda la ‘seconda stretta’, quella di procedere alla rotazione dei capizona si tratta di una questione delicata in quanto alcuni responsabili dei presidi territoriali sono presenti in un determinato territorio da moltissimo tempo. Ama aveva già messo a punto una comunicazione di servizio per iniziare da ieri il turn over dei tecnici operativi territoriali. Gli spostamenti erano articolati su cinque quadranti della città ma dopo il vertice di lunedì il provvedimento è stato sospeso. La questione rimane tanto delicata quanto spinosa ed in merito i sindacati chiedono regole certe onde evitare penalizzazioni nei trasferimenti. 

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