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Arsenico e legionella nell’acqua degli ospedali di Roma: niente manutenzione per risparmiare sui costi

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Pomezia, assenza di acqua e servizi primari in Via Campo Selva

Doveva garantire la ‘salute’ degli impianti idrici presenti in strutture sanitarie romane e non solo, invece falsificava i dati delle analisi fatte sull’acqua corrente. È quanto è emerso dalle indagini dei carabinieri del Nas che hanno ritenuto le indagini svolte sull’acqua ‘manipolate’, in quanto i livelli di legionella, l’arsenico e tutto ciò che può essere nocivo alla salute pubblica sarebbe stati ben al di sopra dei limiti consentiti.

I presidi sanitari danneggiati dal raggiro

A essere danneggiati da questo raggiro, così come riporta Repubblica, sarebbero stati: la Banca d’Italia, l’ospedale San Pietro, gli Istituti fisioterapici ospedalieri, la casa di cura Villa Sandra e il Diaverum centro dialisi. Ma ha superato i confini del comune di Roma colpendo anche la clinica Siligato di Civitavecchia, l’ospedale Paolo Colombo di Velletri e il Centro analisi di Fiano Romano.

La situazione delle tubature, secondo gli inquirenti, era tale da necessitare una sanificazione, ma così non è stato. Per questo motivo la società incaricata è finita nel mirino della Procura della Repubblica e i due amministratori ora rischiano accuse pensati, tra le quali l’associazione per delinquere, la fronde in pubbliche forniture e il falso. Non viene però contestato ai dirigenti dell’azienda l’attentato alla pubblica salute in quanto, nonostante i valori degli elementi nocivi fosse superiore al consentito, non era tale da contestare il reato più grave.

Come agiva la società finita nel mirino degli investigatori

Fatto sta che la società preferiva far risultare la presenza delle sostanze nocive nei limiti consentiti per non dover intervenire sugli impianti. Competenza quest’ultima che spettava alla ditta incarica del controllo. Questo significava non dover affrontare spese più gravose. Un raggiro che avevano realizzato fornendo alle strutture sanitarie report che secondo la procura, erano falsificati. E sempre secondo il magistrato inquirente sarebbero stati commessi “un numero indeterminato di falsi truffe e frodi finalizzate a far apparire che la società avesse ottemperato agli obblighi di manutenzione e assistenza tecnica sugli impianti contrattuali”.

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