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Assistenza domiciliare, sempre meno aiuti alle famiglie dei disabili: situazione disperata per colpa del Decreto

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Sempre meno assistenza domiciliare per le persone con disabilità grave o gravissima. Ma se apparentemente si potrebbe pensare che il motivo è riconducibile al Covid (come ormai ogni cosa succeda al mondo), andando ad analizzare il problema ci si accorge che la situazione è ben diversa, come spiega chi la sta vivendo, ovvero Serena Troiani, fondatrice e presidente di ADI FAMIGLIE ITALIANE.
“La situazione nelle ADI sta precipitando – dichiara Serena – I problemi sono troppi e la pandemia è una scusa! Non è pandemia, è il DCA: Decreto del Commissario ad Acta n. U00525, quello per cui giusto un anno fa ci siamo mobilitati. Purtroppo non basta il nostro amore per bloccare l’attuazione di una legge regionale”.
“C’è chi da mesi non dorme più la notte e di giorno non vive più e non è pandemia – prosegue Serena –  Il 1° gennaio 2020 partiva la sperimentazione di questa legge ed ecco i risultati: accordo quadro, pacchetti sollievo. Conoscete qualcuno dimesso dall’ospedale durante il 2020 o il 2021 a cui hanno dato 12 ore o 24? La risposta è NO!
Sapete perché? Perché il decreto è diventato attuativo? Si parla di pacchetti sollievo, stop.
Avete provato a chiedere un aumento delle ore per i vostri pazienti fragili e complessi? Cosa vi hanno risposto? NO, non per la pandemia, ma per il nuovo decreto e l’accordo quadro, nel quale rientrano anche i materiali oramai ridotti di quantità e qualità”.
 
“È grazie al decreto se abbiamo enormi difficoltà nell’approvvigionamento del materiale – spiega la presidente dell’ADI – Fino a qualche mese fa avremmo potuto contare sulla giustizia, ora non più perché la legge è cambiata grazie al decreto! Come presidente ADI rappresento le famiglie con fragilità complesse e vi assicuro che non smetterò MAI di lottare per i nostri diritti! Questo non perché qualcuno mi paga o per sentito dire, ma perché vivo sulla mia pelle le difficoltà di tutte le famiglie come la mia, la mia famiglia É le altre famiglie!”.
“Quello che vive da mesi Rita (la coraggiosa mamma di Amina, ndr) con la sua ammirabile forza di resistenza o forse sarebbe più indicato dire forza di sopravvivenza, lo vivo anche io da mesi e da un momento all’altro lo potrebbe vivere qualcun’altra delle nostre famiglie, tra le poche “fortunate”, che non sono state “toccate” dalla mancata erogazione dell’assistenza o dal taglio dei materiali. Dobbiamo essere uniti, compatti e determinati – invita Serena Troiani – Il mio appello qui é rivolto alle famiglie ADI che prima venivano definite in ADO: assistenza domiciliare ospedalizzata. Cancellato il termine stanno cancellando anche noi. Non garantendo più l’assistenza, il prossimo passo sarà la proposta della struttura”.

“Scrivo mail da settimane e settimane, alla Regione e ai direttori Asl, il vento non è a nostro favore. Si nascondono tutti dietro l’entità astratta dell’ISTITUZIONE che però é fatta da donne e uomini con nomi e cognomi – conclude – Pensiamo alle nostre famiglie perché abbiamo un presente impossibile da vivere e un futuro ancora più nero se non troviamo la forza ora di reagire, pensiamo a noi e agli altri, a chi non ce la fa e a chi verrà dopo di noi. Questo da sempre pensa #ADIFAMIGLIEITALIANE non solo al suo orticello, non abbiamo nessun tornaconto nel fare battaglie: se lottiamo è solo per le nostre famiglie”.
 
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