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‘Bene la protesta, hanno impedito i rapporti umani, l’obiettivo del Governo è inc…vi’: Vittorio Sgarbi incita i manifestanti in piazza

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La protesta a Piazza Montecitorio ha trovato un leader: Vittorio Sgarbi. Il candidato sindaco di Roma ha preso la parola e ha incitato i manifestanti, che in questo momento sono pronti a entrare nel Parlamento. 

Disordini in piazza, con i manifestanti che stanno buttando giù le transenne e spingendo i poliziotti che proteggono l’entrata del Parlamento. Al grido di “Libertà, libertà”, gli animi si sono scaldati fino ad arrivare a veri e propri tafferugli.

C’è anche un uomo travestito da Jake Angeli, con tanto di corna e volto dipinto tricolore, tra i manifestanti coinvolti nello scontro con le forze dell’ordine a Montecitorio.
“Non vogliamo fare incontri, vogliamo entrare in Parlamento” urla uno di loro nel megafono a pochi centimetri dal cordone della polizia che pochi minuti fa i manifestanti hanno provato a sfondare.

La tensione è ancora altissima dopo i 5 minuti di follia in cui la protesta è sfociata in violenza con spinte, manganellate, calci e pugni, transenne gettate a terra, lancio di oggetti. Un uomo portato via dagli agenti e immobilizzato a terra. Sul palco pochi istanti prima era salito Vittorio Sgarbi che fra le ovazioni della piazza aveva parlato di un Governo che “ammala i sani e non guarisce i malati”, in una piazza nervosissima dalla quale si levavano cori e insulti contro il ‘Palazzo’.

ANCHE CASAPOUND IN PIAZZA CON I RISTORATORI DI #IOAPRO

Anche tanti militanti di CasaPound in piazza Montecitorio oggi a Roma si sono uniti alla protesta dei ristoratori di #ioapro. “Siamo qui – spiega Luca Marsella, consigliere municipale di Cpi intervenuto dal palco – per dare sostegno a italiani che non si arrendono e che hanno il coraggio di opporsi ad una gestione criminale dell’emergenza sanitaria del governo, anche rischiando in prima persona. Noi siamo al loro fianco e non solo a parole, ed anche se è politicamente scorretto sostenere chi non ha intenzione di sottostare alle folli imposizioni del governo, crediamo che sia assolutamente necessario ed inevitabile ribellarsi a Dpcm, già dichiarati incostituzionali dai giudici, che calpestano il diritto al lavoro. Quella di oggi è una protesta sacrosanta come lo è la loro rabbia. Non intendiamo vedere il nostro popolo- ha concluso Marsella- morire un Dpcm alla volta”.

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