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Caldo intenso e condizionatori rotti: Giustizia a rischio nel Tribunale di Roma, malore per due dipendenti

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Tribunale di Roma condizionatori rotti

Tribunale di Roma in condizioni precarie: il caldo mette a dura prova la struttura, condizionatori rotti e assistenza al minimo.

La Giustizia nella Capitale è in ginocchio: la colpa non è (soltanto) della Riforma possibile che sta facendo discutere Magistrati e non solo. Il problema è ben più grave. Anzi: più pratico e meno trattabile di una Riforma. Se con la burocrazia e con la Legge ci sono dei tempi di trattativa e negoziazione, prima di approvare l’iter più condiviso, esistono alcuni problemi che non possono essere rimandati. Nè tantomeno trattati con i guanti.

A dirla tutta, stavolta, i guanti sono l’ultima cosa di cui c’è bisogno. Si tratta del Tribunale di Roma inghiottito nella morsa del caldo: i dipendenti lavorano in condizioni precarie, le temperature elevate rendono le mansioni ordinarie impossibili. Oltretutto c’è un’aggravante: il clima non può essere controllato, ma i condizionatori sì. Le testimonianze non lasciano dubbi: “Solamente questa mattina – riporta l’AGI ascoltando qualche dipendente – due colleghe si sono sentite male”.

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Tribunale di Roma in ginocchio: tutta colpa dei condizionatori

“Manca l’aria nella palazzina C della Procura, sia al Tribunale monocratico che al quarto piano, dove risiedono alcuni PM”. Il problema diventa anche di natura sindacale: “Siamo la terza Procura più grande d’Europa, ma bisognerebbe parlare di bufala più grande d’Europa”, rincarano la dose. La situazione è ai limiti. Ogni volta che i condizionatori vengono azionati, la corrente salta. Quest’intermittenza fa sì che nelle ore più calde diventa impossibile lavorare: “Dopo pranzo fa caldissimo”, ammoniscono i dipendenti.

Alcuni provano a sottolineare quanto sarebbe consigliabile modificare l’orario di lavoro in attesa di altre soluzioni. C’è chi però, ancor più scoraggiato, fa notare come sia impossibile abbandonare la postazione: “Facciamo parte dei cosiddetti servizi indifferibili”. I minimi termini sono stati ampiamente superati quando il corrispondente conferma di vedere il sudore colare sui fascicoli. In questo quadro desolante si collocano i fondi del PNRR: una parte della somma a disposizione dovrebbe servire proprio a rimettere a posto determinate criticità.

Qui comincia un’altra diatriba per le associazioni di categoria: “Durante i lavori potremmo essere parcheggiati nei container. Soluzione che non ci entusiasma”. La manutenzione, infatti, dovrebbe cominciare a ottobre. Dopo un’estate torrida, ai dipendenti del Tribunale di Roma potrebbe toccare un inverno polare: quello che rallenta la macchina giudiziaria, a Roma, non è la burocrazia ma il clima. Da Viterbo salutano e ringraziano (in parte), dal Capoluogo dell’omonima provincia fanno sapere di essere nelle stesse condizioni. Non si tratta, quindi, di un “vizio Capitale”. Semmai di un “peccato” condiviso. 

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