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Cosa significa veramente la sigla EUR?

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Il quartiere Eur a Roma, qual è la sua storia? E cosa significa la sigla?

Roma è una città poliedrica: ricca di storia e di bellezza, è in grado di regalare ai suoi visitatori e cittadini un’atmosfera senza pari, che la rende davvero unica ed incantevole! Ogni quartiere racchiude al suo interno un perfetto connubio di tradizioni e di arti, che contribuiscono a rendere la Capitale un luogo davvero magico ed affascinante, che saprà conquistarvi ogni giorno di più! Tante le bellezze e le sorprese che costellano il territorio capitolino, rendendo davvero difficile resistere al suo ammaliante fascino. Andando a frugare tra le origini di questa meravigliosa città, la nostra attenzione quest’oggi è tutta focalizzata sulle origini del quartiere EUR: com’è nato, cosa significa la sigla, qual è la sua storia?

Storia e significato della sigla EUR

Iniziamo subito col dire che la sigla E.U.R. sta per Esposizione Universale Roma. La zona, infatti, venne progettata negli anni Trenta del XX secolo per la costruzione della sede dell’Esposizione universale di Roma, dal cui acronimo ha poi assunto il nome. L’esposizione era previsa per il 1942 ma non ebbe mai luogo a causa dell’inizio del Secondo Conflitto Mondiale. Il complesso urbanistico fu completato nel corso dei decenni successivi, modificando ed ampliando quello che era il progetto originario. Il quartiere al suo interno ospita edifici di architettura monumentale che convivono con edifici moderni edificati successivamente. Dunque, è negli anni Cinquanta – quindi, nel periodo post bellico – che il quartiere EUR venne effettivamente alla luce. I lavori furono affidati a Marcello Piacentini, architetto ed urbanista italiano che aveva il compito di celebrare la grandiosità urbana, di proiettarla al futuro ma senza dimenticare il passato. 

La zona ed il progetto 

Il quartiere EUR si trova nella zona Sud della Capitale, all’interno del Grande Raccordo Anulare, tra il fiume Tevere ad ovest e la via Laurentina ad est. Attraversato da via Cristoforo Colombo, un tempo la via imperiale, il progetto per la sua costruzione venne presentato nel 1938. Come detto, i lavori vennero affidati a Piacentini e il modello prende ispirazione all’urbanistica romano classica anche se vi apporta elementi del razionalismo italiano. Quella che oggi è via Crist0foro Colombo al tempo era nata per collegare il centro storico di Roma al litorale. Il punto cardine del quartiere era invece rappresentato da Piazza Italia, oggi piazza Guglielmo Marconi, con al centro la stele dedicata all’inventore. Stele inquadrata da quattro palazzi destinati ognuno ad altrettante mostre previste per l’esposizione universale: 

  • Palazzo delle Scienze; 
  • Palazzo delle Arti e delle Tradizioni Popolari;
  • Palazzo dell’arte antica;
  • Palazzo dell’arte moderna. 

Invece, gli altri edifici facenti parte del progetto originario sono: 

  • Palazzo della Civiltà Italiana, detto anche “Colosseo quadrato”;
  • Palazzo dei ricevimenti e dei congressi;
  • Palazzo dell’archivio di Stato; 
  • Palazzo degli uffici;
  • Museo della civiltà romana;
  • Palazzo dell’Ina e dell’Inps;
  • Palazzo ex Ristorante ufficiale dell’Ente Eur;
  • Istituto ortogenesi poi divenuto l’ospedale Sant’Eugenio;
  • Palazzo delle Poste, Telegrafi e Te.Ti. 

Il palazzo della Civiltà del Lavoro (“Colosseo quadrato”) all’EUR

Il Palazzo della Civiltà del Lavoro all'Eur
Il Palazzo della Civiltà del Lavoro all’Eur – www.ilcorrieredellacitta.com/news-roma

Il palazzo della Civiltà Italiana, conosciuto anche come palazzo della Civiltà del Lavoro o Colosseo Quadrato, è un edificio monumentale facente parte del quartiere EUR. Dall’antica storia: concepito nel 1936, progettato nel 1937, fu inaugurato – anche se incompleto – nel 1940. I lavori, interrotti nel 1943, vennero ultimati nel dopoguerra. Dalla pianta quadrata, l’edificio si presenta come un parallelepipedo a quattro facce uguali con una struttura di cemento armato, che è coperta interamente tra travertino. La denominazione “Colosseo quadrato” gli è valsa in ragione dei suoi 54 archi per facciata, nove in linea e sei in colonna. Vincolati ad usi espositivi e museali, è dichiarato dal MIBAC edificio di interesse culturale. Dal 2013 e fino al 2028 è concesso in affitto al gruppo di alta moda Fendi. 

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