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Dalla Cina mascherine (non conformi) destinate a enti pubblici ma che finivano a privati: sequestrati 350mila euro

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mascherine cina

Fingevano di destinare le mascherine agli enti pubblici e invece arrivavano a privati, godendo così di una tassazione agevolata prevista dalla disciplina emergenziale per le importazioni di prodotti per il contrasto dell’epidemia da Covid-19 e destinati ad enti statali e organismi pubblici. Ma le quantità delle forniture trattate dalla società erano talmente alte che hanno insospettito i funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Roma 2.

E’ quindi partita una lunga indagine delegata da EPPO (l’European Public Prosecutor’s Office), grazie a un accordo di cooperazione stipulato tra il Direttore Generale dell’ADM, Marcello Minenna e il Vice Procuratore Capo della Procura Europea, Danilo Ceccarelli, per capire il meccanismo di funzionamento della compravendita di mascherine chirurgiche.

Mascherine dalla Cina, ADM sequestra 350.000 euro

In particolare i funzionari ADM di Fiumicino hanno provveduto al sequestro preventivo di una somma di quasi 350mila euro. L’importo corrisponde ai diritti di confine dovuti per il contrabbando doganale di mascherine chirurgiche importate dalla Cina dalla società indagata avvalendosi in maniera fraudolenta del regime agevolato. 

Ma di quante mascherine parliamo? I funzionari ADM, incrociando la documentazione delle operazioni di importazioni effettuate dalla società con gli ordini effettuati dagli enti pubblici con cui la stessa ha stipulato contratti di fornitura, hanno accertato che, di un totale di oltre 5milioni e mezzo di mascherine, soltanto il 60% è stato effettivamente destinato ad enti aventi diritto all’esenzione. Il restante 40% è stato destinato invece a enti e soggetti privati per i quali non era  consentita l’importazione in franchigia. 

Le mascherine non erano neanche conformi

Ma non finisce qui. Dall’attività di indagine è emerso che i dispositivi importati, inviati ai Laboratori Chimici di ADM per le opportune verifiche a tutela della salute del consumatore finale, sono risultati peraltro non conformi alla normativa sulla sicurezza. Il  marchio CE presente è risultato inoltre apposto fraudolentemente dalla predetta società.

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