Home » News Roma » “È più intelligente della media, può fare l’insulina da sola”: CTU rifiuta l’accompagno a bambina di 6 anni affetta da diabete

“È più intelligente della media, può fare l’insulina da sola”: CTU rifiuta l’accompagno a bambina di 6 anni affetta da diabete

Pubblicato il
ex tronista accusata di maltrattare i figli, assolta

La bimba è intelligente, al di sopra rispetto alla sua età, quindi può fare da sola. Con questa motivazione il CTU del Tribunale di Roma voleva rifiutare l’indennità di accompagno a Rosalba (nome di fantasia, ndr), 6 anni, affetta da diabete di tipo 1. Secondo il medico la bambina, proprio per la sua intelligenza superiore alla media, avrebbe potuto farsi le punture di insulina da sola, riconoscendo le dosi da iniettarsi, quando farle e soprattutto stabilendo gli esatti valori di glicemia. A 6 anni.

L’assurda vicenda è accaduta a Roma e ha visto conclusione proprio in questi giorni. Tutto è iniziato due anni fa, nel 2021, quando alla bambina viene diagnosticata la forma più grave di diabete: a raccontare i fatti la mamma della piccola.

“Beveva troppo e mi sono insospettita”

“Da qualche giorno la bambina mi chiedeva di bere acqua, diceva sempre che aveva sete. Troppa sete. Mi sono insospettita perché la richiesta di bere era veramente esagerata. Dopo alcuni giorni, consigliandomi anche con la pediatra, prima di portarla a scuola ho raccolto le urine e le ho portate ad analizzare presso un centro analisi. Dopo qualche ora mi hanno contattato, chiedendomi dove fosse la bambina. Ho risposto che era a scuola e loro, pur dicendomi di non allarmarmi, mi hanno consigliato di portare immediatamente Rosalba in ospedale, perché i risultati non erano buoni.

Ho quindi chiamato la scuola, ho spiegato cosa stava accadendo, ho preso la bambina e l’ho portata al pronto soccorso del Bambino Gesù, dove ci hanno ricoverate subito, poiché Rosalba rischiava il coma diabetico. La nostra vita è cambiata in un secondo. Siamo state ricoverate per due settimane. Mi hanno spiegato che il diabete di 1 è purtroppo la forma più grave di diabete e che Rosalba per tutta la vita sarà costretta a iniezioni di insulina nelle 24 ore”.

Vita stravolta dalla malattia

“Visto che era così piccola – prosegue la mamma – per poter monitorare la glicemia hanno inserito un apparecchio elettronico su un fianco, collegato a un cellulare che monitora H24 la glicemia, così da intervenire tempestivamente e fare le iniezione di insulina al bisogno. Io ho dovuto lasciare il lavoro, perché Rosalba non può mai stare da sola. Va sempre controllata, di notte e di giorno. Questo perché i picchi di insulina variano sia se mangia, sia se non mangia. Sia se corre o si agita, sia se sta ferma a lungo. Per tutto il periodo della scuola materna, sono stata costretta a stare nell’edificio, nascosta in una classe a fianco, e intervenire all’occorrenza, perché la scuola non aveva un infermiere a disposizione e il personale scolastico non è idoneo a somministrare farmaci salvavita. Oggi che frequenta la scuola elementare in un complesso privato, è presente un infermiere che interviene, ma io sono sempre costretta a rimanere nelle immediate vicinanze, perché se deve cambiare la dose di insulina da iniettare lo possiamo fare solo noi genitori o un medico“.

La richiesta di aiuto allo Stato

Ma con un solo stipendio in casa e la necessità di mandare la piccola in una scuola privata, iniziano le difficoltà. “In ospedale ci hanno spiegato che avevamo diritto a un’assistenza da parte dello Stato, facendo domanda all’INPS. Da qui nasce il secondo calvario, perché l’INPS ha sottovalutato la gravità e serietà della malattia e ci ha negato il diritto di godere dell’indennità di accompagno. Ci siamo rivolti all’Avvocato Marianna Contaldo, esperta in diritto di previdenza e sui minori affetti da patologie gravi, che con noi ha iniziato la battaglia contro l’INPS”.

Ed è l’avvocato a spiegare l’assurdità di ciò che avviene in Tribunale. “Iniziamo la prima causa in Tribunale dove ci viene nominato un CTU (il consulente tecnico d’ufficio, ndr) dal Giudice, che visitata la piccola Rosalba ed esaminati i certificati medici del Bambino Gesù esprime parere negativo. Ovvero, secondo questo medico, essendo la bambina molto al di sopra delle sue capacità intellettive per la sua età (ricordiamo che aveva sei anni), ha dichiarato che ben presto avrebbe potuto imparare a farsi l’iniezione di insulina da sola!”

La battaglia contro l’assurda perizia

Ovviamente l’avvocato non si scoraggia. “Non ho accettato l’assurda quanto criticabile perizia e, con la famiglia che ha creduto in me ma soprattutto nella giustizia, siamo andati avanti e abbiamo contestato il giudizio medico legale, che evidentemente non ha avuto la forza di opporsi ai giudizi della Commissione medica INPS e abbiamo chiesto una nuova perizia“.

Il Giudice ha accolto le eccezioni formulate dall’Avv. Contaldo e disposto una nuova consulenza medico legale, che ha valutato attentamente la questione. Ha quindi stabilito che Rosalba, una bambina di 6 anni, non può da sola avere la capacità di poter stabilire i valori della glicemia e predisporre da sola la dose giusta di insulina da iniettarsi, né può capire a sei anni se mangiare poco o molto o cosa è meglio assumere. Il 15 maggio il Tribunale Civile di Roma ha condannato l’INPS a erogare in favore della famiglia di Rosalba l’indennità di accompagno a far data dalla prima domanda amministrativa (febbraio 2021) poiché ha ritenuto corretto concedere il beneficio economico in sostegno alla famiglia che deve seguire nelle 24 ore la piccola Rosalba, fino alla maggiore età.

“Riteniamo di dover diffondere la notizia affinché altre famiglie colpite dalla stessa malattia o da altre malattie rare di non fermarsi e di lottare per ottenere il riconoscimento dei giusti diritti che lo Stato ha previsto in sostegno alle famiglie”, dichiara l’avvocato Marianna Contaldo.

Impostazioni privacy