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Fa la terza dose di vaccino con 3 giorni di ritardo: multato disoccupato 63enne

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Multato perché fa la terza dose di vaccino con 3 giorni di ritardo

Vaccinato e multato. Per lo Stato, infatti, Pasquale Ceraldi, “colpevole” di aver fatto la terza dose del vaccino con ben 3 giorni di ritardo rispetto a quanto previsto inizialmente – proprio nei giorni in cui la durata del Green Pass era scesa da 9 a 6 mesi – va punito con una sanzione di 100 euro.

Ma lui, disoccupato, questa multa non vuole e non può pagarla. L’uomo, 63enne di Pomezia, aveva già fatto le prime due dosi di vaccino. In entrambi i casi all’uomo era stato inoculato il siero Pfizer.

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Gli effetti collaterali del vaccino Moderna

“Intorno al 20 gennaio insieme a mia moglie e a nostro figlio abbiamo provato a prenotare sul portale della Regione Lazio”. Inizia così il racconto di Pasquale e della moglie Sorina Maria. La prima ad avere l’appuntamento è la donna, ma non c’è disponibilità per il vaccino Pfizer. Deve quindi ripiegare su Moderna, che fa già il giorno dopo. Ma gli effetti collaterali, contrariamente alle prime due dosi, stavolta per lei sono tremendi. Febbre alta, malori diffusi, nausea, dolori alle ossa. 

Pasquale, che nel frattempo aveva prenotato per lui e per la figlia, decide di disdire i due appuntamenti e di effettuare una nuova prenotazione cercando la disponibilità con Pfizer. “Ho avuto paura a fare Moderna, lo confesso. Vedendo mia moglie stare così male mi sono spaventato. Perché dovevamo rischiare anche io e nostra figlia? Le due volte precedenti non avevamo avuto nessun disturbo se non un leggero fastidio al braccio e un leggero rialzo della temperatura. Mia moglie invece era stata malissimo. Abbiamo quindi cancellato l’appuntamento del 1° febbraio e fatto una nuova prenotazione, stavolta per il 4 febbraio, in un’altra sede, con Pfizer”.

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“Mi vaccino, ma se mi sento male la colpa è la mia: almeno fatemi scegliere quale siero fare, senza multarmi”

Dal momento che Pasquale è disoccupato, pur essendo ultra 50enne non ha l’obbligo di avere sempre con sé il Super Green Pass e stare senza per 3 giorni non gli creerà fastidi. “Ho pensato che in quei tre giorni potevo restare a casa e, per le cose urgenti, potevo sempre fare un tampone in farmacia”. 

Arriva il 4 febbraio e l’uomo fa il vaccino. “La nostra non è certo una famiglia di no-vax. Quello che ci dà fastidio, semmai, è doverci prendere la responsabilità nel caso qualcosa andasse storto. Mi vaccino, mi sento male e la colpa è mia. Allora, visto che è così, preferisco scegliere quale vaccino fare. Ecco perché ho deciso di non fare Moderna e di fare Pfizer. Ma, visto che non era disponibile, ci sono stati questi 3 giorni di ritardo da quando mi scadeva la copertura”.

Scadenza che, ricordiamo, è avvenuta solo perché quella del secondo vaccino si è ridotta proprio a partire dal 1° febbraio, passando da 9 a 6 mesi. E adesso l’uomo si ritrova a dover pagare una multa ingiusta.

lo multano di 100 euro perché fa il vaccino Covid con 3 giorni di ritardo

La contestazione

“Venerdì il postino mi ha notificato questo provvedimento sanzionatorio. Ho immediatamente provato a contestare la multa, andando all’ufficio delle Entrate di Pomezia, ma non mi hanno proprio dato retta. Mi hanno detto di provare a telefonare, cosa che ho fatto, per prendere un appuntamento. Ma in questo modo non ho potuto spiegare nulla. L’appuntamento è per il 13 maggio, ma io ho solo 10 giorni dal momento della notifica per pagare. Quindi vado oltre i tempi che mi hanno dato. Sono veramente affranto, per tanti motivi. Intanto perché non ho il denaro da dare a loro per questa cosa assurda, poi perché ho visto che il problema è diffuso: non sono l’unico ad aver ricevuto una multa del genere”.

Le multe per gli over 50

In questi giorni sono tantissime, in tutta Italia, le multe che stanno arrivando agli over 50 che non si sono vaccinati. Il problema è che arrivano anche a coloro che si sono vaccinati o a chi magari, dopo aver iniziato il ciclo vaccinale, ha contratto il virus ed è stato impossibilitato a completare le dosi. Il documento che arriva esorta a pagare entro 10 giorni, oltretutto rispondendo sia alla Asl che all’Agenzia delle Entrate. Il cittadino deve spiegare perché non si è vaccinato. Un percorso macchinoso che confonde l’utente, perché spesso contattare Asl e Agenzia delle Entrate è quasi impossibile, soprattutto in tempi così stretti.  

 

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