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Gara truccata per i lavori al San Camillo: danno erariale da 133mila euro

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A processo per omicidio colposo un medico del San Camillo. Aveva scambiato un aneurisma cerebrale per cervicale.

Sui lavori di messa in sicurezza e riqualificazione energetica della Casa di Accoglienza, all’ospedale San Camillo di Roma, la Corte dei Conti ritiene che la somma di quasi 300mila euro corrisposta dalla Regione Lazio sia eccessiva in quanto l’opera realizzata ammonterebbe e circa 160mila euro il resto secondo i giudici contabili rappresentano un danno erariale.

L’indagine per fronte in pubbliche forniture e truffa

Per questa vicenda è stato aperto un fascicolo di indagine, come riporta Il Messaggero,  per frode nelle pubbliche forniture e truffa. A essere stati citati in giudizio sono l’ex direttore dell’unità di Ingegneria del nosocomio e i responsabili di interventi e collaudi. In particolare in capo al primo i magistrati contabili avrebbero riscontrato il ‘dolo’, motivo per il quale a lui viene chiesto il 70 per cento del danno erariale causato, agli altri due il 15 per cento.

Poco dopo i lavori la copertura ha cedimenti

Tutto è nato da lavori per la messa in sicurezza della copertura del padiglione Casa di Accoglienza. Un’opera a causa della quale era stata avviato anche un accertamento interno, quando nel 2016 era crollato una parte del tetto, ma si trattava di una copertura ristrutturata da poco e quel cedimento non era giustificato. I Carabinieri avevano avviato un’indagine, avevano spulciato la documentazione dei lavori svolti da poco e accertato il versamento di poco meno di 300mila euro da parte della Regione. L’attività investigativa ha appurato che l’intervento realizzato non era conforme al progetto e la spesa sarebbe stata di gran lunga inferiore rispetto alla somma ricevuta, come confermato poi dalla Corte di conti.

La responsabilità dell’ex direttore e dei responsabili del collaudo

In questi lavori l’ex direttore dell’unità di Ingegneria del nosocomio e i responsabili di interventi e collaudi sono stati ritenuti responsabili di non aver controllato il corretto svolgimento dell’intervento, dichiarando il falso nel momento del collaudo, visto che evidentemente la copertura realizzata era difforme da quella prevista.

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