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Green Pass, cosa rischia chi va al ristorante o in palestra senza certificato: multe e sanzioni previste

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Green Pass e dove serve a Pasqua e Pasquetta

Green Pass, non averlo può costare caro. Andare contro il Decreto emesso dal Governo Draghi  e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 23 luglio comporta infatti sanzioni che vanno da 400 a 1.000 euro per i trasgressori. Dal 6 agosto, quindi, occorre fare più attenzione, anche se – lo ricordiamo – il Green Pass non è un obbligo in assoluto per i cittadini, anche se non averlo diventa, a fronte di multe, divieti o iter complicati, quasi una condizione di isolamento. Ma vediamo nello specifico quali sono gli obblighi e le alternative.

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Green Pass dal 6 agosto: ecco dove sarà necessario averlo 

A partire dal 6 agosto, così come riporta il Decreto ministeriale, per recarsi in una sala al chiuso di un ristorante (quindi la regola non vale per gli spazi all’aperto) sarà obbligatorio essere in possesso del Green Pass. Anche il gestore del locale dovrà essere in regola con la certificazione verde: se non lo sarà, non solo rischia la sanzione, ma con 3 violazioni scatta la chiusura del locale per 10 giorni. Le altre attività dove verrà richiesto il Green Pass sono i bar (ma solo per la consumazione a tavolo e non al banco), le sale gioco, le sale scommesse e le sale bingo. Serve poi per accedere a spettacoli ed eventi sportivi, per andare nei musei, nelle palestre, nelle piscine e nei centri termali, alle sagre e alle fiere, ai congressi e nei centri culturali, ma anche per partecipare ai concorsi pubblici. A partire da metà settembre il Green Pass sarà richiesto anche sui mezzi pubblici.

Green Pass, chi non è obbligato ad averlo

Ci sono categorie che sono esenti dall’obbligo del Green Pass: sono i bambini al di sotto dei 12 anni e chi per motivi di salute non può vaccinarsi.

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Green Pass, come si ottiene

Palazzo Chigi, in una nota ufficiale, spiega come viene rilasciato il Green Pass. «Sarà possibile svolgere alcune attività solo se si è in possesso di: certificazione verde COVID-19, che può essere rilasciata dopo la somministrazione della prima dose di vaccino e ha validità dal quindicesimo giorno successivo fino alla data prevista per la somministrazione della seconda dose (nel caso di vaccino a doppia dose). La certificazione verde ha in ogni caso una validità di nove mesi dal completamento del ciclo vaccinale; la guarigione dall’infezione da Sars-CoV-2 (validità 6 mesi); effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus Sars-CoV-2 (con validità 48 ore)».

Quindi la carta verde è disponibile sia per chi si è sottoposto a vaccinazione (con una o due dosi), che per chi non si è vaccinato: occorre però sottoporsi al test antigenico ogni volta, perché deve essere non più vecchio di 48 ore. Questa procedura ovviamente diventa penalizzante in quanto costosa, ma serve il risultato negativo per poter accedere nei locali. 

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