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La fontana della ‘zuppiera’, come mai è soprannominata così? Monumento dalla storia curiosa

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fontana delle terrine

Continua il nostro viaggio alla scoperta di storie e curiosità di Roma e del Lazio. Oggi siamo nella Capitale d’Italia e parliamo di una fontana davvero unica nel suo genere. Si chiama fontana della ‘Terrina’, ma è soprannominata anche fontana della ‘zuppiera’. Andiamo a scoprire insieme perché.

fontana dei Quattro Fiumi
fontana dei Quattro Fiumi – ilcorrieredellacitta.com

Prima di addentrarci in quello che è il focus del giorno, come sempre un po’ di storia.

Un po’ di storia

Nelle grandi piazze, nelle strade celebri, ma anche nei vicoli dimenticati e negli angoli nascosti, Roma ha un patrimonio di fontane unico per numero e valore. Tra le tante, la fontana della Terrina ha una storia poco conosciuta ma davvero unica nel suo genere.

Voluta dal pontefice Gregorio XII, porta la firma dell’architetto e scultore Giacomo Della Porta autore, tra l’altro, anche della fontana delle Tartarughe, in piazza Mattei, della fontana del Moro e di quella del Nettuno, collocate a destra e a sinistra della celebre Fontana dei Quattro Fiumi di Bernini, sita in piazza Navona.

Oggi si trova davanti alla Chiesa Nuova, in corso Vittorio Emanuele II, non distante appunto da piazza Navona, ma la sua storia comincia al centro di Piazza Campo de’ Fiori, dove era stata originariamente collocata nel 1595. La fontana, a forma ovale, era decorata con quattro delfini in bronzo posti sui bordi della vasca, dalle cui bocche sgorgava l’acqua dell’acquedotto Vergine. I delfini erano stati inizialmente destinati alla fontana delle Tartarughe, ma non furono mai utilizzati.

Campo De' Fiori
Campo De’ Fiori – ilcorrieredellacitta.com

Già allora, nella piazza si svolgeva un grande mercato e la fontana si trasformò ben presto in una sorta di vasca all’aperto in cui tenere al fresco e lavare frutta e verdura. A poco servirono gli editti papali, che prevedevano addirittura per i trasgressori recidivi pene corporali. Nel 1622 l’amministrazione cittadina cercò di correre ai ripari commissionando a un artista rimasto ignoto un grosso coperchio di travertino. Nello stesso anno furono tolti anche i delfini di cui col tempo si persero le tracce.

Perché la fontana della Terrina è anche soprannominata fontana della ‘zuppiera’

Il grosso coperchio ispirò, inevitabilmente, l’ironia dei romani che ribattezzarono la fontana “Pasticcio” e poi “Terrina”, per la sua somiglianza con una grande zuppiera. La Terrina ebbe i suoi momenti di grandissima popolarità quando, in occasione di alcune feste, dalle sue bocchette, invece dell’acqua sgorgava vino bianco o rosso dei Castelli Romani.

Le sue vicissitudini non finirono però qui: nel 1889 fu sfrattata infatti per far posto alla statua di Giordano Bruno e finì nel deposito dei selci, a Testaccio, dove rimase per ben 35 anni. Nel 1898, quando Piazza Campo de’ Fiori venne ripavimentata, si decise di collocare al suo posto una copia senza il coperchio, ignorando, però, inspiegabilmente, l’originale.

Nel 1924, finalmente, il Comune decise di recuperare l’opera dimenticata, collocandola davanti all’oratorio dei Filippini e alla chiesa di Santa Maria in Vallicella, dove si trova tuttora. Oggi, la fontana della Terrina sfugge quasi all’attenzione di chi passa nella piazza, così come l’iscrizione che l’anonimo realizzatore del coperchio incise: “Ama Dio e non fallire, fa del bene e lassa dire. MDCXXII“.

 

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