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Morte Francesco Vitale: si indaga per tentato sequestro, c’è un sospettato

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Morte Francesco Vitale

Proseguono le indagini da parte delle forze dell’ordine per fare chiarezza sulla morte di Francesco Vitale, 45enne di origini baresi che lo scorso mercoledì è stato trovato senza vita in una pozza di sangue. I fatti sono avvenuti poco prima delle 12 ed il ritrovamento è stato effettuato nel cortile condominiale di un palazzo sito in via della Pescaia, a Roma, in zona Magliana. 

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La morte di Francesco Vitale e il sospettato 

Stando a quanto si apprende, l’uomo – pr di professione – non sarebbe precipitato dalla terrazza dello stabile in via della Pescaia 40 bensì dalla finestra di un appartamento al quinto piano. Qui vive un uomo, italiano ed incensurato, la cui posizione è ora al vaglio degli inquirenti che indagano per omicidio.  Il 45enne, chiamato dagli amici “Ciccio”, con precedenti per droga, aveva contratto dei debiti con persone persone e il giorno prima dell’accaduto, sarebbe arrivato a Roma con la sua fidanzata proprio per incontrarli. Vitale aveva paura e avrebbe confidato anche alla compagna i rischi che stava per correre. Ora, gli investigatori sono quasi certi che non si sia suicidato ma sono attesi gli esiti delle analisi effettuate all’interno dell’appartamento e dell’autopsia. 

Le indagini dei Ris 

Ieri i carabinieri dei Ris sono giunti nella casa alla ricerca di elementi che potessero aiutare nel proseguo delle indagini ma non hanno trovato nulla. Individuata, invece – grazie alla ricostruzione della traiettoria della sua possibile caduta –  la finestra dalla quale sarebbe volato il  45enne. Nel momento dei fatti, l’uomo non aveva nulla con sé, nemmeno il telefonino che non è stato ancora ritrovato. Non è escluso che il telefono potrebbe essergli stato sottratto da chi si trovava con lui per cancellare ogni traccia. Oppure lasciato in un posto sicuro per scongiurare il rischio di eventuali intercettazioni. 

I debiti di droga 

Attualmente non è chiaro come l’uomo sia finito in quel palazzo, se con la forza o volontariamente. Uno delle ipotesi è che si sia ritrovato in una trappola, un tentato sequestro da parte di un gruppo di spacciatori romani che al fine di saldare i debiti che il 45enne aveva contratto, volevano intimidirlo. Al momento, nessuna pista di indagine è esclusa.   

 

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