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Ospedali in affanno, D’Amato: ‘Servono dottori, il test di medicina va abolito’

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Test d'ingresso medicina

C’è chi studia per mesi, si prepara giorno e notte. Poi arriva al giorno del test, pensa di aver risposto correttamente a tutte le domande. Ma quando esce la graduatoria il suo nome non c’è, non compare. E allora si ritenta fino a quando molti non decidono di abbandonare, di percorrere strade alternative. Perché il test d’ingresso all’Università di Medicina è sempre stato discusso. E ora è finito di nuovo al centro delle polemiche. Il motivo? L’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, ha chiesto che quei quiz, che di fatto permettono agli aspiranti medici di iniziare a studiare, vengano aboliti. Così di dare modo a tutti entrare, in un periodo difficile per gli ospedali. Prima l’emergenza Covid (che ancora non si può dire conclusa), poi il personale sanitario stremato, tra aggressioni sempre più frequenti e attese infinte. I medici servono e fare una selezione, così ristrettiva, per D’Amato forse non ha senso. 

La proposta di abolire i test di medicina 

‘È ora di abolire il numero chiuso alla facoltà di medicina‘ – ha detto a gran voce l’assessore D’Amato, che ha ribadito come sia ‘necessario rivedere le modalità di accesso alla facoltà di medicina alzando l’asticella al secondo anno per gli studenti meritevoli, così come accade in altri Paesi europei’. 
 
Per D’Amato, il Governo in carica ha ‘fatto uno sforzo importante per l’aumento delle borse di specializzazione, ma ora occorre uno scatto in avanti, per non limitare le chances di migliaia di giovani che ogni anno tentano di entrare a medicina’. L’idea, quindi, è quella di abolire i test, di dare a tutti l’opportunità di studiare e di fare una sorta di selezione al secondo anno. Come a dire: chi merita va avanti, chi non riesce verrà escluso. 

La situazione degli ospedali 

Ingresso libero a tutti, più ‘aspiranti’ medici. E, si spera, meno problemi. Questo perché, in realtà, la situazione degli ospedali della Capitale (ma non solo) non è delle migliori e spesso i rappresentanti sindacali dell’UGL Salute Lazio hanno denunciato le condizioni complicate cui devono far fronte gli operatori sanitari del 118. Tra barelle bloccate, attese infinite e ambulanze ferme per ore. A tutto questo, poi, si aggiungono le aggressioni sempre più frequenti al personale sanitario, che al lavoro non si sente al sicuro. Come, forse, dovrebbe. 

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