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‘Quando nasce una stella’: storia di Amina, data per spacciata ‘nonostante loro’

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Chi si ricorda di Amina? Anzi, come si potrebbe mai dimenticare Amina e la sua coraggiosa mamma, Rita Basso, che da anni lotta per vedere riconosciuti i diritti della figlia disabile gravissima, ma che troppo spesso resta una voce inascoltata dalle istituzioni, a partire dall’uomo chiave che le rappresenta nella nostra regione, Nicola Zingaretti? Oggi Amina, disabile gravissima a seguito di un tumore al cervello avuto in tenera età, compie 38 anni. Un miracolo, rispetto all’aspettativa di vita che le avevano dato quando era bambina e l’avevano data per spacciata. Ma quanti sacrifici ci sono da parte della sua famiglia, dietro questo miracolo
Tanti, troppi: lo testimoniano le notti insonni, le richieste di aiuto alla Regione per avere maggiore assistenza, le frustrazioni, le lacrime nascoste. Ma arrivare a un traguardo come quello di oggi, oltretutto dopo una brutta polmonite come quella che ha colpito nei giorni scorsi Amina, fa stringere ancora una volta i denti e tirare avanti, anche se non fa mollare dal voler riconoscere i propri diritti. Ma ecco la dolcissima lettera che Rita ha voluto dedicare ad Amina, che riportiamo qui integralmente, con gli auguri di tutta la redazione per Gnoma e la sua coraggiosa mamma.

Auguri Amina, la lettera della mamma

A vent’anni, la vita e i sogni hanno un potere magico. Si fondono creando un tutt’uno tra realtà e desideri, tanto da non capire la differenza tra ciò che è e quel che sarà.
Vivo, sorrido, mi godo appieno tutto ciò che ho e oltre, ho tanta strada da fare ed è ricca di colori e di emozioni.
Tra quelle emozioni ce n’è una che vince su tutte: il desiderio di avere un figlio, magari una femmina. Si, i figli sono tutti uguali, ma quel piccolo desiderio viene fuori ad ogni gravidanza, inutile nasconderlo.
Ancora sento le voci di amici e parenti: “Ma sei giovane! Hai tempo per fare figli “. Io sorridevo e intanto ti aspettavo.
Ti ho atteso per 4 mesi. Solo al pensiero di vedere quel test positivo, tremavo di felicità.
Quattro lunghi mesi, sembravano un eternità , ma arrivò quel magnifico giorno, fu il regalo più bello mai ricevuto per il mio compleanno. Era il 18 marzo 1983. Io compio gli anni il 19.
Sentivo che c’eri, non avevo mai avuto ritardi, tu eri dentro di me: finalmente! Test positivo! Nove mesi meravigliosi, una gravidanza bellissima. Finivo il tempo il 9 novembre, quello da mestruo il 2.
Io che continuavo a ripetere che saresti nata il 2 e tutti a dirmi “Ma che sei una primipara! Vedrai non partorirai neanche il 9!”. Il 1 novembre, verso le 16:00, iniziarono le contrazioni.
A quei tempi il 2 novembre era festa e nei giorni di festa gli ospedali si svuotano da sempre. Sembra quasi un’usanza.
Mi recai in ospedale con tutta calma alle 22:00, non mi volevano ricoverare! Il medico che mi visitò era visibilmente infastidito. Era un ponte lungo e lui doveva pure lavorare, non sia mai gli fosse capitato un parto in piena notte…
“Sono contrazioni di preparazione, non partorirai questa notte. E poi hai ospedali molto più vicini…”
Io che continuavo a sorridere, davanti a chi non poteva sapere il legame tra me e te: io e te sapevamo tutto di noi, loro no. Io e te avevamo deciso saresti nata lì. Punto.
Restai nella sala d’attesa del PS, a mezzanotte mi ricoverarono e alle 04:20 del 2-11-1983 nascesti tu. Ti adagiarono tra le mie braccia, che emozione immensa!
Tu alzasti la testina e mi fissasti con i tuoi occhioni: ti promisi in quel momento che ti avrei protetta da tutto e da tutti. Ero talmente rapita dai tuoi occhi che mi accorsi dopo qualche minuto di avere intorno una decina di persone che stupite ripetevano : mai vista una neonata con gli occhi aperti e la testina rivolta verso la mamma!
Ma non sapevano di aver avuto la fortuna di veder nascere una Stella, quella Stella che avrebbe insegnato al mondo la vita.
Alle 08:00 ero in piedi, feci un lungo corridoio per raggiungere il telefono a gettoni per chiamare le colleghe, i parenti e gli amici: è nata Amina! Una gioia per tutti! Ero stremata per il parto veloce, ma la felicità era talmente tanta, che feci quel corridoio come fosse una finale alle Olimpiadi , con tanto di podio conquistato, chiaramente.
Dovevo dare la notizia al mondo intero: è nata la Stella più luminosa! Una pulcetta di 2,870 per 52 cm. Una bambolina, bellissima.
Dietro quel vetro, nel nido dell’ospedale, eri una star: splendevi! Non c’era persona che non ti notasse, due guance da urlo. Eri bella!
Una bimba intenta a guardare il fratellino disse: “No, papà, prendiamo lei, mi piace di più”.
Hai parlato per la prima volta a 6 mesi: guardando il pane sulla credenza, allungando la manina dicesti “Pae”. Già, ancora ricordo il frastuono che sentii per la tua prima parola “pane”. Sbottai a ridere con gli occhi colmi di lacrime. Di solito la prima parola pronunciata è o mamma o papà, tu no, tu pensavi a mangiare!
Ad oggi è la cosa che ti manca di più , tutti in casa evitiamo di masticare anche una gomma davanti a te. Sapevo fossi speciale e non hai perso mai l’occasione per dimostrarlo.
Poi, per 4 anni, mi trovai a vivere una paura sconosciuta: qualcosa non tornava, sentivo che c’era qualcosa che avrebbe turbato la tua serenità.
Che tu non rispettassi i canoni lo avevamo capito già dal giorno del parto, dall’aver parlato a 6 mesi, e da tanti altri episodi, ma c’era qualcosa che non mi faceva stare tranquilla. Una sensazione inspiegabile.
Cominciò un periodo buio, fatto di pronto soccorso, visite private, che si concludevano sempre nello stesso modo: “la smetta con quest’ansia , la bimba sta bene”.
Loro non hanno mai capito che io e te siamo una sola persona, non hanno mai compreso che tra me e te c’è vivo quel cordone ombelicale che mai nessuno potrà tagliare. Io ti sento.
No, tu non stavi bene nonostante le apparenze e QUELLI, con le loro certezze, ti hanno definitivamente condannato ad una vita diversa. Nonostante le mie percezioni, nessuno mi ha mai ascoltata.
“Se dovessimo dar retta alle vostre percezioni (riferito a tutte le mamme), avremmo fallito come medici”.
Risposi che lui falliva nello stesso momento in cui non dava ascolto ad una mamma. Infatti ha fallito.
Poi un giorno mi dissi che avrei dovuto ascoltare ciò che tu mi trasmettevi e non le loro parole fatte di assurde certezze, fasulle, lette su libri pieni di parole.
In quel preciso momento tu hai iniziato a vivere una nuova vita, quella che loro dicevano non avresti mai vissuto. Insieme a me, mano nella mano.
Io e te siamo arrivate fino ad oggi, nessuno sa spiegare come: la scienza si inchina davanti a te.
Tu sei vita oltre qualsiasi supposizione.
Tu sei vita nonostante le loro inutili certezze.
Tu sei vita nonostante ci sia ancora chi non si arrende davanti a te.
Tu sei nata per dimostrare che tutto può essere messo in discussione.
Tu sei la prova dei loro errori, dei loro fallimenti.
Tu sei il contrario di tutto.
Tu sei la vera forza della Vita.
Tu sei la voglia di vivere.
Tu riempi ogni secondo della mia vita di emozioni che in molti non ne sanno l’esistenza .
Oggi sei qui con me , nonostante loro.
Io sono una mamma fortunata.
“IOETE” (una sola parola perché siamo una sola persona) continuiamo ad incontrare chi vorrebbe saperne più di noi, ma loro non hanno ancora capito quanto possa essere potente la forza dell’Amore. Il nostro Amore. Quando stavi male mi dicevi prendendomi la mano “Mamma,  facciamo la forza dell’Amore così guarisco?”
Ecco, Amore mio, mamma continua a tenerti la mano, perché non ci sarà mai nessuno che potrà averla vinta sul nostro Amore. La nostra “forza dell’ Amore “ va oltre. Non ho potuto guarirti dai loro errori, ma ho fatto e farò sempre il possibile per proteggerti.
Grazie per avermi insegnato la vita e l’Amore, la forza e la tenacia.
Grazie per avermi donato la tua vita.
Buon compleanno Amore mio
Buon compleanno Principessa Gnoma, che la forza dell’Amore sia sempre con Noi.
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