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Roma, allevava abusivamente cinghiali: denunciata 54enne

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cinghiali a Roma
In un periodo in cui sono in tanti a prendersela con i cinghiali che circolano per le strade di Roma alla ricerca di cibo, emerge una storia assurda, dai contorni allucinanti. A scoprirla i Carabinieri Forestale del Gruppo Provinciale di Roma, in collaborazione con i Carabinieri della Stazione Roma Prima Porta, della Polizia Metropolitana e Polizia Locale Roma Capitale e della Asl Veterinaria Roma 2, che hanno trovato all’interno di un’azienda agricola dismessa occupata abusivamente da una donna di 54 anni, un’allevamento di cinghiali, oltretutto tenuti in condizioni non idonee. 

L’allevamento nel casale di proprietà della Regione

Il casale è di proprietà dell’ente regionale Arsial, e si trova in via Arcore in zona Prima Porta. La donna, invece, fa parte di un’associazione animalista, che era all’oscuro di quanto la 54enne faceva all’interno del casale. Nel dettaglio, allevava abusivamente 11 cinghiali e circa 70 maiali domestici. Sono stati trovati anche un cane, 15 gatti, un piccione e un’oca: tutti gli animali vivevano all’interno delle mura del casale e non nell’area esterna. 
Da testimonianze dirette, di cui siamo venuti in possesso, pare che la donna venisse in possesso dei cuccioli e li mettesse nel cofano della sua auto, dove venivano tenuti anche per ore, chiusi al buio, prima di essere portati nel casale. 
A seguito dell’irruzione dei carabinieri, effettuata nei giorni scorsi all’alba, i maiali sono stati dati in gestione alla Asl Roma 2, mentre i cinghiali li ha presi in carico la Regione Lazio, che li ha affidati a un’azienda faunistica venatoria, dove saranno tenuti all’aperto, ma in una zona recintata come previsto dalla legge. L’intero casale in disuso è stato sottoposto a sequestro, mentre la 54enne è stata denunciata per furto venatorio, detenzione di animali in condizioni incompatibili con l’etologia degli animali, detenzione di animali pericolosi, foraggiamento di cinghiali e invasione di proprietà.
Sulla vicenda si è espressa la LAV di Roma, che ha puntato il dito sulla donna (di cui fa nome e cognome), contro la quale aveva già aveva avuto a che fare nel passato. 
“La storia di LAV Roma si è incrociata una sola volta in passato con la vicenda della signora. Alcuni pare la considerassero una benemerita salvatrice, noi ne ricavammo invece l’impressione di una improvvisata accumulatrice. Ecco il link del vecchio nostro post che testimonia di quell’esperienza https://bit.ly/3lg1pUr
Siamo dispiaciuti e anche molto preoccupati per la sorte dei cinghiali e dei maiali sequestrati, che sembra siano una settantina, e auspichiamo un epilogo non-cruento, sempreché al punto in cui siamo arrivati sia ancora possibile.
Dispiace anche constatare che, ancora una volta, a fare le spese dell’improvvisazione di qualcuno siano anime innocenti, colpevoli solo di appartenere ad una specie diversa da quella umana. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: l’animalismo serio si fa con la testa oltreché con il cuore”.
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