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Roma: arrestato per spionaggio, ora la procura militare chiede l’ergastolo per Walter Biot

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Chiesto dalla Procura militare l'ergastolo per Walter Biot, arrestato per spionaggio nel marzo 2021.

La Procura militare ha chiesto l’ergastolo per Walter Biot, l’ufficiale militare italiano originario di Pomezia arrestato con l’accusa di spionaggio il 30 marzo del 2021. Diverse le accuse a carico di Walter Biot e delle quali è chiamato a rispondere davanti al tribunale di Roma: rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio, procacciamento di notizie segrete sempre a scopo di spionaggio, esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio, procacciamento ed ancora, rivelazione di notizie di carattere riservato e comunicazioni all’estero di notizie non segrete né riservate. 

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Chiesto l’ergastolo per Walter Biot 

Alla luce dei fatti che lo videro protagonista, i magistrati della Procura militare hanno chiesto per l’uomo l’ergastolo con aggravamento, ovvero con sei mesi di isolamento diurno. A procedere all’arresto di Biot – il 30 marzo del 2021- i Carabinieri del Ros che in quella circostanza fermarono anche un ufficiale delle forze armate russe. I due sono stati sorpresi dai militari nel corso di un appuntamento per un incontro clandestino nel quale il capitano di fregata avrebbe passato dei documenti segreti all’ufficiale russo in cambio di 5mila euro. Denaro che è stato poi sequestrato dai militari intervenuti proprio nel momento in cui è avvenuto lo scambio. Ora, come visto, a quasi due anni di distanza dai fatti per Biot è stato chiesto l’ergastolo. 

L’accusa

Come riportato da Repubblica, la tesi esposta dell’accusa appare chiara: ‘In Biot c’era massima fiducia e per questo poteva muoversi in libertà ed è riuscito a fotografare documenti segreti’. Evidenziando poi che per il commercio dei documenti segreti effettuato dal capitano di fregata alla fine di marzo 2021, ‘sia stata raggiunta la prova della responsabilità di Biot per tutti i reati contestati e non possono essere date attenuanti generiche’. Costituitesi parte civili nell’udienza,  il ministro della Difesa e la presidenza del Consiglio dei Ministri, l’avvocatura dello stato – data la delicatezza della vicenda in questione – aveva chiesto al tribunale di procedere a porte chiuse ma l’istanza è stata respinta.

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