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Roma, attacchi d’ansia e pipì a letto: i bimbi terrorizzati dalla maestra non vogliono più andare a scuola

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La maestra terrorizzava i bambini con metodi educativi a dir poco discutibili. Domani la prima udienza per decidere del processo

Una vera storia dell‘orrore quella che vede protagonisti i bambini dell‘Istituto comprensivo Carlo Levi di Roma. Emergono infatti nuovi dettagli sull’agghiacciante vicenda e sui metodi d’insegnamento a dir poco alternativi e discutibili usati dalla maestra che ora è stata sospesa dall’incarico. 

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Le angherie a cui erano sottoposti i bambini

Durante le lezioni l’insegnante ha chiesto ai bambini di disegnare simboli massonici o gironi danteschi con all’interno i nomi dei compagni che volevano vedere morti. Come se non bastasse, in uno degli ultimi episodi la maestra ha aggredito verbalmente e in modo grave, un bambino disabile. 

Un’escalation di episodi strani che certo non hanno giovato alla salute psicofisica dei piccoli alunni. Infatti, i piccoli la notte prima di andare a scuola erano in preda ad attacchi d’ansia, non volevano andare e alcuni di loro si facevano persino la pipì a letto.

Se non si conoscessero i terribili contorni di questa surreale vicenda, si imputerebbe il fatto al classico comportamento dei più piccoli che in genere faticano ad andare a scuola la mattina, preferendo rimanere in casa con i genitori. Ma questa volta per le piccole vittime non è stato affatto così.

Infatti, prima dell’arrivo di quest’insegnante gli alunni erano felici di andare a scuola mentre adesso facevano il possibile per non stare a contatto con lei. Molti genitori hanno infatti dovuto prendersi dei permessi oppure facevano uscire anticipatamente i bambini pur di tenerli lontano dalla donna.

Le denunce dei genitori 

Ma i genitori non sono stati a guardare e il 9 novembre del 2020 ben 60 famiglie avevano depositato un esposto al commissariato di Polizia Fidene- Serpentara, denunciando agli agenti tutto quello che i figli erano costretti a subire dalla maestra. 

Dopo l’esposto i genitori hanno chiesto la sospensione della docente che da fine marzo è stata sospesa definitivamente dall’insegnamento per 6 mesi e comunque, non farà più ritorno in quell’Istituto. Il provvedimento è stato preso nei giorni scorsi dall’ufficio scolastico regionale ma la situazione era chiara già da diverso tempo. 

L’allontanamento e il provvedimento di malattia 

In particolare, il provvedimento di allontanamento al plesso scolastico sarebbe dovuto essere attivo dal 18 marzo. Tuttavia, come ci ha riferito una delle madri dei bambini, la docente era presente a scuola in quella data ed anche il lunedì successivo; quando nel giardino dell’edificio ha poi inveito contro un  bambino di colore. 

Il martedì la docente è tornata nuovamente a scuola ma è stata allontanata, impedendole di entrare nell’edificio. A seguito dell’accaduto la madre ha scritto al Direttore dell’ufficio scolastico regionale il quale le ha chiesto conferma della presenza della docente in quei giorni. Stando alla testimonianza, l’insegnante non si è più fatta vedere a scuola a partire dal giorno 24. 

La donna sarebbe dovuta rientrare lunedì 11 aprile e la madre ne chiese conferma alla preside così da potersi organizzare per far uscire i bambini prima da scuola. La preside, di tutta risposta le ha detto che non conosceva in anticipo le azioni dei suoi dipendenti. La comunicazione ufficiale vede la messa in malattia della docente a partire dal giorno 11 e, come ci ha riferito la testimone, non era la prima volta che accadeva. 

Ora, una parte della responsabilità è ricaduta anche sulla preside della Scuola che nonostante avesse tutti gli strumenti per intervenire non lo ha fatto;  interrogativo questo che resta insoluto per i genitori dei piccoli alunni. 

 

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