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Roma, bimbo autistico spintonato dalla maestra: “Usava il fischietto per chiamarli”, la denuncia di una mamma

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Avrebbe dovuto sostenerli, accompagnarli nel loro percorso di crescita: invece utilizzava dei “metodi educativi” alquanto discutibili. Al centro della vicenda una maestra che redarguiva gli alunni con un fischietto e avrebbe poi spinto contro una sedia un ragazzino disabile, in quanto si sarebbe rifiutato di mangiare una mela. La madre del ragazzino, una donna di 46 anni, ha sporto denuncia ai carabinieri e la querela è stata poi trasmessa alla Procura, dove sarà aperto un fascicolo al fine di accertare cosa sia accaduto nei primi giorni di maggio all’interno dell’aula. A riportare la notizia è Repubblica. 

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I fatti e la confessione del bambino 

I fatti sono avvenuti in un istituto scolastico di via Portuense e la ricostruzione da parte della mamma per comprendere cosa fosse realmente accaduto è stata tutt’altro che semplice, come non è semplice è stato far aprire un ragazzino di 9 anni autistico, reduce da un trauma. In un primo momento, a parlare per lui i lividi sulla schiena che la mamma ha notato lo scorso 9 maggio mentre lo stava lavando. Alla richiesta di spiegazioni, il ragazzino ha risposto di non ricordare, anche se si lamentava per via del forte dolore. Il tempo passa e alla fine, il ragazzino decide di confidarsi con la mamma. È il 17 maggio scorso quando riferisce che i lividi alla schiena sarebbero stati procurati dalla maestra, dopo che il bimbo si era rifiutato di mangiare una mela. La maestra, arrabbiata, lo avrebbe spinto contro una sedia, provocandogli quei lividi. 

Gli altri genitori 

La mamma a quel punto ha deciso di verificare il racconto del bambino e ha contattato gli altri genitori e alcuni dei loro figli hanno confermato l’accaduto. Ha poi contattato anche le insegnanti di sostegno, tra le quali una ricorderebbe l’episodio mentre un’altra no. Tuttavia le indagini anche da parte dei carabinieri sono proseguite fino a quando non è venuto a galla che l’accaduto si sarebbe verificato il 5 maggio scorso, durante la ricreazione.

I “metodi educativi” e le indagini 

Tornata dai militari, la donna ha riferito anche di come, in altre circostanze, il figlio sia stato “apostrofato, insultato e strattonato”. Aggiungendo anche che: “la maestra utilizza come mezzo di correzione un fischietto…in prossimità delle orecchie dei bambini generando timore e spavento negli stessi”. Ora sugli atti indagano i carabinieri e il legale della famiglia ha chiesto di ascoltare in audizione protetta anche gli altri compagni di classe. 

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