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Roma e il ‘maniaco’ degli ascensori: ‘Mi ha chiesto se avevo bisogno di aiuto, poi mi ha stuprata’

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Violenza tivoli

Si mostrava gentile, affabile e con la scusa di aiutare le donne, vedendole in difficoltà con le buste della spesa, metteva in pratica il suo ‘piano’. Quello di abusare di loro, giocando sulla ‘gentilezza’ iniziale e su quell’approccio che non faceva certo pensare che l’uomo, una volta dentro l’ascensore, si sarebbe trasformato in un mostro. Violenze che si sono consumate a Roma, vittime sempre donne, che cadevano, loro malgrado, nella trappola di Andrea A., meglio conosciuto (e tristemente) come il maniaco degli ascensori, che nel 2020 è stato condannato a 5 anni e 8 mesi di reclusione con l’accusa di violenza sessuale e minacce. 

Il racconto di una donna violentata in ascensore

Il modus operandi era sempre lo stesso. Cambiavano i quartieri della Capitale, da quello Trieste e Africano, fino a Piazza Bologna e Re di Roma, ma non certo il ‘suo’ copione. Sceglieva la vittima, la pedinava, poi la seguiva fino a casa, dove si mostrava gentile. Modi solo apparenti perché in realtà l’uomo aveva un piano ben definito: assalire le donne nell’androne del palazzo o nell’ascensore per violentarle. 

A raccontare, uno dei tanti episodi, una vittima, una donna di 63 anni che difficilmente dimenticherà quel momento. In udienza, come racconta il Messaggero, la 63enne ha spiegato: “Quando mi ha vista mentre cercavo di aprire il portone e trascinare il carrello, ha chiesto se mi servisse aiuto, ma ho declinato la sua offerta. Mi sono diretta verso l’ascensore e l’ho chiamato”. Ma è qui che il maniaco è ‘entrato in azione’. L’ha raggiunta, poi l’ha spinta. “È stato un attimo, ho sentito qualcuno che mi toccava il sedere e quando mi sono girata l’ho visto: aveva i pantaloni abbassati. Ho gridato, ma non mi ha sentito nessuno, nonostante ci fosse un bar aperto e pieno di ragazzi a pochi metri”. Quelle urla hanno mandato via Andrea A. e la donna è riuscita, sotto choc, a chiamare la Polizia. 

Fondamentale la testimonianza di una ragazzina

In 6 mesi era diventato un incubo. Ma fondamentale per rintracciarlo, oltre al racconto delle vittime, la descrizione minuziosa fatta da una 13enne alle autorità. Anche lei era stata aggredita mentre tornava a casa ed era riuscita a ‘delineare’ il profilo dell’uomo. Di quel maniaco seriale che ora dovrà difendersi dall’accusa di violenza. L’udienza è fissata per il 28 febbraio del 2023. 

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