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Roma, ex professore star del porno a processo contro La Sapienza: ateneo costretto a risarcirlo

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Ruggero Freddi

La sua storia nel 2017 aveva fatto il giro del mondo. Un docente con due lauree, una in ingegneria e l’altra in matematica, con un passato da porno attore gay negli Stati Uniti. Stiamo parlando di Ruggero Freddi che ai tempi insegnava nella facoltà di ingegneria dell’Università La Sapienza di Roma. Proprio quest’ultima, tuttavia e dopo avergli chiesto nel 2019 di tenere il corso di Matematica 1, lo ha allontanato senza motivo provando anche a non pagargli le ore di lavoro effettuate.

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Ruggero Freddi il porno attore che insegnava alla Sapienza 

Alla luce della vicenda che lo ha visto protagonista, Ruggero Freddi ha fatto causa all’Ateneo ed ha vinto. ‘Spero che il mio caso dia coraggio a tutti i dottorandi che vengono sfruttati dopo anni di studi e specializzazioni’, queste le sue parole, riportate anche dal quotidiano Repubblica. La sentenza è arrivata lo scorso 24 gennaio e in questo lasso di tempo l’uomo ha cambiato vita. È infatti diventato un data analyst ed anche se non ha elementi per dire di esser stato penalizzato per l’attività di porno attore svolta in passato, le sensazioni che rafforzano questa tesi non mancano. Ne sono un esempio la la richiesta da parte dei legali dell’Ateneo di fare piazza pulita di ogni contenuto riconducibile al suo passato e ancora, di non associare il proprio nome a quello dell’Università. 

Le vicissitudini del professore e la sentenza

Le vicissitudini del professore iniziano nel 2017 quando organizza un corso incontro sull’Hiv insieme ad un collettivo studentesco e si sente poi dire che non ci sono aule disponibili per ospitare il progetto. Si arriva fino al 2019 quando gli viene chiesto di insegnare Matematica 1, l’accordo prevedeva 100 ore di insegnamento ma dopo averne fatte 60 euro gli viene comunicato che sarà sostituito e alla sua richiesta di spiegazioni non ha mai ricevuto una risposta. Così Freddi si rivolge al giudice civile che lo scorso 24 gennaio gli dà ragione e l’Ateneo viene condannato per ingiusto arricchimento. Riconosciuti all’uomo 2500 euro per le ore lavorate mentre l’università viene anche condannata a pagare la sanzione di 1500 euro per ‘responsabilità aggravata per l’atteggiamento di ingiustificato chiusura’.  

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