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Roma, minacce di morte ed estorsione: arrestato per errore, il 39enne ora chiede il risarcimento danni

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evade per comprare medicine alla fidanzata

 

Era finito in manette per una presunta estorsione e anche per minacce di morte a un imprenditore romano in relazione ad un maxi acquisto di arredi scolastici. L’indagato era stato condannato in primo grado, ma nel successivo grado di giudizio è stato assolto in quanto, quando si consumava la presunta estorsione, si trovava in Francia.

Il 39enne ha trascorso 199 giorni ai domiciliari 

Protagonista della disavventura giudiziaria è un 39enne cittadino francese, D.S, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari per 199 giorni. Sono stati i giudici della Corte d’Appello ad assolvere l’uomo, una volta ottenuta tutta la documentazione attestate l’errore nella identificazione dell’imputato che ha chiarito come le condotte a lui ascrivibili erano di fatto prive di fondamento in quanto egli non si trovava in Italia ma in Francia per degli accertamenti sanitari documentati nel dettaglio.

L’indagato ha dimostrato che al momento dei fatti si trovava in Francia

“Concretamente e prima dell’assoluzione – ha spiegato il legale del 39enne, l’avvocato Antonino Castorina – il cittadino francese in esecuzione del provvedimento restrittivo, emesso in relazione a detto procedimento, è stato sottoposto prima agli arresti domiciliari e poi all’obbligo di firma, sebbene da subito aveva chiarito la sua innocenza e la totale estraneità ai fatti contestati specificando che di fatto, in quel momento, si trovava in Francia”.

Dopo l’assoluzione della Corte d’Appello arriva la richiesta di risarcimento danni per ingiusta detenzione

Dopo l’assoluzione del suo assistito, l’avvocato Antonino Castorina del Foro di Reggio Calabria ha chiarito: “Abbiamo presentato istanza affinché venga liquidata a titolo di indennizzo per l’ingiusta carcerazione subita una importante somma in relazione al periodo di detenzione domiciliare ingiustamente espiato dal mio cliente. Riteniamo fondata la richiesta che di fatto andrebbe a compensare, seppure solo in parte, il dramma umano e familiare che è stato subito dal mio assistito e che merita il giusto ristoro”.

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