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Roma, sfigurata nel centro estetico abusivo: bisturi usati e protesi ammassate sui tavoli

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nas centro estetico abusivo a Roma

Centro estetico abusivo nel cuore di Roma, in piazza Re di Roma. Uno studio medico, allestito in un appartamento, dove gli uomini del Nas hanno trovato protesi per il seno ammassate sulle scrivanie, bisturi usati abbandonati sugli scaffali e materiale chirurgico lasciato alla mercè di chiunque, oltre alla polvere che, a quanto pare, ricopriva suppellettili, mobilio e anche strumenti chirurgici. Questo e tanto altro si sono trovati di fronte i Carabinieri del Nucleo antisofisticazione quando hanno proceduto a un blitz in quel centro estetico.

Paziente deturpata da un intervento denuncia il centro estetico

Un accertamento sollecitato dalla Procura della Repubblica di Roma, dopo che una delle tante pazienti, aveva denunciato che il suo viso era  rimasto deturpato a causa di un intervento chirurgico e che aveva, anche, riportato notevoli conseguenze di salute, non in ultimo alla vista. Problemi per i quali, a tuttora, è alle prese con operazioni chirurgiche e interventi medici per porre rimedio ai danni subiti.

Studio medico senza autorizzazioni

La segnalazione della paziente ha indotto il Sostituto procuratore della Repubblica che ha preso incarico il caso a disporre un accertamento sul posto e il Nas, quando è arrivato in quello studio medico, oltre ad aver trovato condizioni igieniche ritenute pessime, si è trovato di fronte a una struttura completamente sprovvista di tutte le autorizzazioni necessarie allo svolgimento delle attività di chirurgia estetica. Il titolare dello studio medico, non aveva alcuna documentazione per il centro estetico, così come è risultato sprovvisto di figure professionali che svolgevano l’attività diagnostica.

Le conseguenze sono state immediate: il presunto medico titolare della struttura è stato iscritto nel registro degli indagati e l’apposizione di sigilli a quell’istituto di bellezza, risultato completamente abusivo. Un intervento indispensabile non solo a causa delle pessime condizioni igieniche rilevate dal personale operante, ma soprattutto per  evitare che altri pazienti potessero restare vittime di malasanità.

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