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Roma, ‘Vi ammazziamo tutti’: coppia di stalker condominiali a processo. La condanna

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Miur, 9 a processo per corruzione

Hanno fatto vivere i condomini di uno stabile in zona Parioli 14 anni di terrore, fino a quando sono finiti a processo per stalking condominiale. Nonostante si stia parlando di uno dei quartieri più rinomati di Roma, gli abitanti di una palazzina sono stati costretti a vivere in un perdurante stato di ansia e paura per minacce, anche di morte, ritorsioni e scontri verbali da parte di un noto imprenditore, Francesco A. e della compagna Barbara M, condannati con sentenza a un anno e due mesi di reclusione.

L’escalation di aggressioni che hanno seminato il terrore nello stabile

Il pronunciamento del giudice del tribunale capitolino ha finalmente messo fine a anni e anni di abusi. La coppia di stalker aveva creato un clima di terrore nello stabile e sin dal 2006 in un’escalation di minacce di morte, tipo ‘Vi ammazziamo tutti’. Ma anche di dar fuoco agli appartamenti. Aggressioni verbali molte volte anche ingiustificate che avevano fatto diventare quella palazzina tanto elegante e rinomata, al punto da ospitare anche ambasciatori, un incubo nel quale rientrare.

La paura degli inquilini nell’attraversare le aree condominiali

Gli inquilini non solo non si parlavano più, ma scappavano quando proprio erano costretti ad attraversale le aree condominiali. Cellulare alla mano pronti a immortalare eventuali abusi, minacce, aggressioni. Non si sentivano neanche più tranquilli a parcheggiare la propria auto nei posti a loro riservati perché le ritrovavano danneggiate. E allora ci pensava la coppia di stalker a occupare quelle aree di sosta con le proprie auto.

La sentenza ha messo fine a 14 anni si soprusi

Fatti per i quali l’imprenditore era stato allontanato dal palazzo, sperando di mettere fine a questi soprusi. Solo la compagna aveva continuato a vivere nello stabile. Probabilmente, però, le prepotenze sono proseguite, visto che imprenditore e compagna sono dovuti comparire davanti al giudice penale per essere giudicati con sentenza. Un pronunciamento che dovrebbe mettere una volta per tutte la parola fine al clima di terrore seminato dalla coppia.

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