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Violentata, massacrata di botte e ricoperta di sputi: “Se mi lasci ti ammazzo”, la vicenda choc

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Violenza sulle donne, ennesima storia raccapricciante. Costretta ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà, picchiata, “tagliata fuori” dal mondo esterno, con il cellulare costantemente sotto controllo. E poi le botte e perfino dei tentativi di strangolamento. Un incubo, quello vissuto da una 26enne, a cui si fa anche solo fatica a pensare.   

Il 20 settembre scorso sono stati gli investigatori del Commissariato Distaccato di Tivoli, coordinati dal “Gruppo uno” della Procura tiburtina, ad eseguire nei confronti di un cittadino italiano di 21 anni, ovvero il presunto aguzzino di questa folle vicenda, la misura cautelare degli arresti domiciliari con applicazione del dispositivo di elettronico di controllo. Adesso sono pesantissime le accuse a suo carico. 

Arrestati rapinatori a Tivoli
Il Commissariato di Tivoli – ilcorrieredellacitta.com

Il dramma di una 26enne a Tivoli

L’uomo, che fino ad oggi era incensurato, è accusato di violenza sessuale, lesioni personali aggravate e atti persecutori nei confronti della fidanzata, una 26enne (italiana, ndr), con la quale ha avuto una relazione sentimentale durata poco più di due mesi. Ma in questo breve periodo il ragazzo, vantando una fantomatica appartenenza alla criminalità organizzata, per motivi di gelosia, ha sottoposto la compagna ad una condotta possessiva e controllante, fino ad arrivare a seviziarla con violenze e costrizioni, minacciando di far del male a lei e ai suoi genitori qualora l’avesse lasciato o denunciato.

Le violenze

Pesanti le intimidazioni poste in essere dall’aguzzino che hanno terrorizzato la vittima. La giovane, per paura di ritorsioni, è così finita per essere completamente assoggettata all’uomo, subendo in silenzio ogni tipo di brutalità: dalle violenze fisiche, agli sputi sul volto, ai colpi di bottiglia, fino alle lesioni con una lametta e a sopportare per ben due volte tentativi di strangolamento. Infine le violenze carnali subite in diverse occasioni. 

Il controllo della sua vita

L’indagato, che le aveva anche sottratto una collana, un braccialetto, il sussidio di disoccupazione, voleva costringerla anche a rubare oggetti d’oro ad una sua amica. E sono state proprio le amiche della vittima ad accorgersi che quella relazione aveva qualcosa di “anomalo” poiché la ragazza, fin dall’inizio della sua relazione amorosa, piano piano si era sempre più allontanata da loro adducendo ogni tipo di giustificazione. 

Sui social aveva smesso di interagire con diversi amici, soprattutto quelli di sesso maschile, cancellando le varie fotografie nelle quali era in compagnia dei suoi compagni; anche le varie chat della donna, con le quali parlava con le sue amiche, erano passate nella diretta gestione del fidanzato, che evidentemente, aveva il pieno controllo del telefono cellulare, degli account e dei “profili social” della ragazza. La vittima è stata dunque supportata e spronata dalle sue amiche, che seppur non ancora a conoscenza del tenore delle violenze subite, l’hanno convinta a porre fine alla relazione e lasciare il suo aguzzino.

“Ti ammazzo e ti butto dentro le cave”

La donna ha quindi organizzato in un parco l’incontro con il fidanzato al quale doveva esternare la sua volontà di terminare il rapporto, sorvegliata a distanza dalle sue amiche. L’indagato però, alla guida dell’auto della ragazza, non si è diretto nel parco ma in una località isolata nel comune di Guidonia Montecelio dove, ancora una volta, l’ha picchiata con pugni allo stomaco, minacciandola di “ammazzarla” e di “buttarla dentro le cave” se lei lo avesse lasciato.

Poi l’ha accompagnata sotto la sua abitazione dove la ragazza, approfittando di una sua distrazione, è riuscita a fuggire con l’autovettura fino ad arrivare a casa dove, ancora terrorizzata e dolorante per i colpi ricevuti, ha trovato la forza di raccontare tutto ai suoi genitori e alle sue amiche che nel frattempo l’avevano cercata ovunque; questi, dopo aver recepito il drammatico racconto della vittima, si sono attivati immediatamente fotografando tutte le lesioni sul corpo ed accompagnandola presso il pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli dove, dopo le medicazioni è stata dimessa con diversi giorni di prognosi. Poi la vittima si è rivolta al Commissariato di Polizia di Tivoli dove ha sporto denuncia per quanto subito.

Il fermo

Arriviamo così all’epilogo, per il momento, di questa agghiacciante vicenda. Gli investigatori, durante la preliminare attività d’indagine, hanno acquisito numerose testimonianze e fonti di prova incontrovertibili che hanno consentito al PM della Procura di chiedere ed ottenere dal GIP del Tribunale di Tivoli, l’emissione della misura cautelare. Il 21enne si trova in questo momento ristretto agli arresti domiciliari con l’applicazione del dispositivo di elettronico di controllo, il cosiddetto braccialetto.

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