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17enne romano ‘segregato’ in hotel a Malta con la fidanzata dopo aver contratto il Covid: ‘Abbandonati a noi stessi, senza nessuna assistenza’

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Sciopero aerei 20 giugno 2023

Sono arrivati a Malta solo tre giorni fa per una vacanza. O almeno, questo è quello che pensavano Filippo, 17 anni, e la sua fidanzata da poco maggiorenne che, valigia alla mano e tampone negativo, sono saliti su un aereo destinazione Malta. Una vacanza che, però, per i due si è trasformata presto in un incubo. ‘Segregati’ in un albergo in quarantena e positivi al virus. 

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Due ragazzi italiani positivi a Malta 

Dovevano essere giorni spensierati, all’insegna del divertimento e del mare a Malta, una meta turistica molto ambita, soprattutto tra i più giovani. Giovani che, come tutti, avevano il solo desiderio di lasciarsi alle spalle i brutti mesi, quelli fatti di zone rosse, didattica a distanza e chiusure. Meta che anche Filippo e la sua ragazza, entrambi romani di Colle Aurelio, avevano deciso di raggiungere per trascorrere una vacanza. 

Sono arrivati lì solo tre giorni fa, con tanto di tampone negativo. Ma Filippo, una volta giunto a Malta, è risultato positivo al virus. E in effetti da giorni, sui giornali e sui social, non si legge altro che di focolai e di giovani contagiati, tant’è che il ministro degli Esteri ha subito cercare di correre ai ripari. Per quanto possibile. E da Malta hanno pensato bene di far entrare nel Paese solo i turisti vaccinati. 

A partire dal 6 luglio 2021, un numero crescente di connazionali in viaggio a Malta, in maggioranza minorenni che partecipavano a corsi di lingua organizzati da college e scuole locali, è risultato positivo al covid-19 o ha avuto contatti con individui positivi, a seguito del tampone antigenico effettuato a ridosso della partenza per rientrare in Italia. La Farnesina e l’Ambasciata d’Italia a Malta sono state immediatamente informate e dal primo momento hanno fornito supporto diretto ai connazionali in loco, nonché alle famiglie in Italia. Le Autorità locali hanno proceduto all’isolamento di tutti coloro che sono risultati positivi e di coloro che, seppur negativi, sono stati a contatto diretto con questi” – ha affermato in una nota il Ministro degli Esteri. 

E sono stati isolati anche Filippo, positivo al virus, e la sua ragazza che ieri, invece, è risultata negativa e che oggi, come ci ha raccontato il giovane, pare stia sviluppando i primi sintomi. “Lei sarebbe potuta tornare a Roma ieri, invece l’hanno fatta restare qui con me, siamo entrambi chiusi in una stanza”. 

Italiani positivi a Malta: ‘E’ tutto a nostre spese’

Ma se è vero che da una parte bisogna rispettare tutti i protocolli ed è giusto che gli italiani positivi rientrino solo una volta che si sono negativizzati, dall’altra sembra strano che tutte le spese siano a carico di chi ha avuto la “sfortuna” di contrarre il virus fuori dal proprio Paese. Noi abbiamo l’assicurazione che copre i costici ha spiegato Filippo – ma ci sono tanti ragazzi, anche molti italiani, nella nostra stessa situazione e loro devono pagare tutte le spese. Siamo in questa struttura, che sembra essere organizzata. La stanza costa 100 euro al giorno, per il cibo ordiniamo e ce lo passano. Non possiamo, ovviamente, uscire fino a quando il tampone non sarà negativo”.  “Io sono minorenne, quando sono risultato positivo mi hanno inviato una mail con un modulo e un numero da chiamare” – ci racconta Filippo. Ma è qui che arriva la beffa. “Il numero era inesistente, non sapevo cosa fare”. 

Una situazione più grande di loro, di due ragazzi che tutto avevano immaginato fuorché di trovarsi ‘catapultati’ in una stanza. Chiusi tra quattro mura in un Paese che non è il loro. “Io un po’ me la cavo con l’inglese, ma qui c’è anche il problema della lingua” – prosegue Filippo, che senza l’aiuto della mamma e del Presidente di Colle Aurelio, Andrea Bova, forse non avrebbe saputo gestire tutto questo. “Dall’Italia, come possono, ci stanno aiutando, dopo che noi abbiamo chiamato un ente. Ci telefonano spesso, ma purtroppo al nostro Paese non gli permettono di fare molto” – dichiara il 17enne. E molto non possono fare, se non aspettare i 14 giorni e sperare che il prossimo tampone sia, finalmente, negativo per rientrare in Italia e riabbracciare i genitori che non aspettano altro.

‘Vacanza’ che, certo, non dimenticheranno. Come è certo, purtroppo, che i contagi stiano salendo e che l’incubo, che tutti pensavamo facesse ormai parte del passato, stia ritornando. Era giusto ‘allentare’ le misure, permettere i viaggi, togliere l’obbligo della mascherina all’aperto o, forse, sarebbe stato più giusto “imparare” dagli errori della scorsa estate? 

 

 

 

 

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