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Aggressione titolare Arca di Rita: “Mi voleva violentare e uccidere. Ho pensato di morire”

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Muore dopo aver rincorso Ladro

“Mi ha detto che doveva buttare via il mio telefono, così non mi trovavano più. Che mi stava portando al cimitero, che mi avrebbe violentato e poi ucciso”. Il dell’aggressione subita dalla titolare dell’Arca di Rita, l’Associazione animalista di Nettuno, è drammatico. Sulle mani ha ancora i segni dei morsi, mentre sulle ginocchia le ferite per essersi buttata dall’auto in corsa per sfuggire al 36enne che l’aveva fatta salire in macchina con la forza. L’incubo della donna inizia dieci giorni fa, quando una donna rumena chiede a Rita di far lavorare suo figlio. 

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I precedenti penali del giovane

Rita accetta di far lavorare l’uomo. Ma non sa che ha precedenti penali. I primi giorni passano sereni, poi lui una sera si presenta ubriaco, le urla contro e la minaccia. Rita si rivolge alle forze di polizia, segnala l’episodio e lo manda via. Lui inizia a perseguitarla, si presenta al lavoro, si presenta vicino casa, la implora di riprenderlo all’Arca, poi la minaccia ancora. Lei lo manda via ogni volta che si presenta e lui ogni volta ritorna. Ieri, però, arriva l’aggressione.

Il giorno dell’aggressione

Lunedì pomeriggio Rita viene aggredita mentre usciva dalla chiesa Santa Maria Goretti di Nettuno, dove si era recata poco prima. Mentre metteva in moto, l’uomo ha aperto lo sportello e, dopo averla colpita, si è impossessato del veicolo e si è messo alla guida a tutta velocità nel tentativo di allontanarsi dal centro abitato. Lo straniero ha così sequestrato Rita, minacciandola di stupro e di morte. In un momento di distrazione dell’uomo, Rita è riuscita a lanciarsi fuori dal furgone in corsa, senza però dimenticare e abbandonare la sua piccola cagnolina Mina.
Nonostante le escoriazioni, la caduta e il dolore, Rita si è rialzata e ha iniziato a correre per mettersi in salvo e per chiedere aiuto. L’uomo ha fermato il furgone, è sceso, l’ha inseguita e, una volta raggiunta, si è accanito su di lei senza pietà, tentando di strangolarla, di staccarle le dita a morsi e uccidendo la piccola cagnolina a mani nude.
 

L’intervento delle forze dell’ordine

Per fortuna, in quel momento si è trovato a passare un carabiniere fuori servizio che è prontamente intervenuto. Nonostante si sia identificato nel suo ruolo, l’uomo ha aggredito anche il carabiniere e, dopo una violenta colluttazione, ha provato a investire sia Rita che il pubblico ufficiale per poi fuggire. L’uomo è stato successivamente fermato sulla Pontina dai Carabinieri, prontamente intervenuti in seguito all’allerta data dal collega.
Rita attualmente è ricoverata. Oltre alle ferite del corpo, ci quelle psicologiche, molto più profonde. Rita, una persona che da anni ha messo la sua vita al servizio dei più deboli, di chi non ha parole, gli animali, è chiaramente sotto shock ed è sempre più convinta che il termine “bestia” dovrebbe essere usata per descrivere il genere umano.

Lunedì scorso la Presidente del rifugio per cani l’Arca di Rita Onlus è stata rapita e picchiata selvaggiamente. L’uomo dopo quasi averle staccato le dita a morsi ha ucciso a mani nude la sua cagnolina Mina. Rita da anni si occupa dei randagi di Anzio, Nettuno e di altri comuni limitrofi con impegno dedizione e grande amore. Rita adesso si trova ricoverata all’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina in condizioni psicologiche e fisiche devastanti.
Le amiche, le animaliste e Simona Caggia moglie di Pier Paolo Piccioli oltre ad esprimere solidarietà e sgomento per quanto è accaduto alla povera Rita stanno raccogliendo dei fondi per il suo rifugio. Per chi volesse partecipare alla raccolta può inviare una donazione a:
L’arca di Rita , IBAN: IT26V0501803200000016741993
Il comunicato sulla pagina Fb Arca di Rita
https://www.facebook.com/245124135571631/posts/4405458086204861/?d=n

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