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ANTROPOLOGIA DELLA SICUREZZA

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Sabato 26 febbraio alle ore 17,00  nella “Sala della Pace” di Palazzo Valentini a Roma si è tenuta la presentazione del primo saggio della “Trilogia della Città Conviviale” dal titolo “Antropologia della sicurezza” del criminologo Alessandro Ceci, edito da Eurilink.\n\nL’autore analizza come nella società della comunicazione alcuni slogan producano ologrammi di paura e insicurezza nell’immaginario collettivo; in questo contesto dominano comportamenti estremi di protagonisti improvvisati, le nostre città si trovano immerse nella turbolenta società della comunicazione, l’industria non può più garantire nuovi livelli di sviluppo. Viviamo la dolorosa transizione verso la “città cognitiva” che ci trova impreparati: incapaci di decodificare i messaggi prevalenti, senza un sistema generalizzato di servizi, dove la permanente percezione di insicurezza è l’indicatore più affidabile di questa generale carenza sistemica.\n\nAlessandro Ceci, già Responsabile scientifico del Ce.A.S. – Centro alti studi per la lotta al terrorismo e alla violenza politica – e della società di ricerca C-Cube s.r.l., Executive Director dell’ I.C.T.A.C.  – International Counter Terrorism Academic Community – sta lavorando alla realizzazione di un polo di eccellenza all’interno del “Campus degli Studi e delle Università di Pomezia” di cui è Direttore Scientifico.\n\nHa moderato la conferenza Stefania Lazzari Celli, presidente Eurilink.\n\n Il sen. Giuseppe Esposito, Vicepresidente del Copasir, il primo a prendere la parola, ha sottolineato come il libro bene evidenzi la condizione di solitudine tipica della società, dominata dai social network : “Le generazioni precedenti hanno vissuto con l’ideale dell’agorà, oggi l’incontro avviene su Facebook”. Il sen. Esposito attribuisce la responsabilità dell’insicurezza moderna alla politica incapace di trasmettere ai cittadini la “percezione della sicurezza”, essendo più interessata alle proprie dinamiche interne che ai bisogni della comunità.\n\nÈ intervenuto poi il sen. Guido Calvi, del Consiglio Superiore della Magistratura, che si è soffermato sull’elaborazione di risposte a lungo termine per i nuovi modelli sociali di insicurezza che vengono a proporsi nel mondo moderno: “Una volta il diverso veniva chiuso nel ghetto o nei manicomi, ma quelle non erano società democratiche, allora l’insicurezza era solo il sintomo di una paura più grande, alla quale si rispondeva con la violenza. Questo libro ci indica come attraverso la cultura possiamo evitare di commettere gli stessi errori”.\n\nIl prof. Nicolò Pollari, direttore del SISMI – Sevizio per le Informazioni e la Sicurezza Militare – dal 2001 al 2006, docente di Diritto Tributario presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, e Prorettore della LUM – Libera Università del Mediterraneo- Jean Monnet di Casamassima (BA) ha sottolineato come le nuove tecnologie possano essere fonte d’insicurezza, in quanto ancora prive di uno stretto controllo da parte dei governi.\n\n L’on. prof. Vincenzo Scotti, Sottosegretario di Stato al Ministero degli Esteri e Presidente della Link Campus University, sede italiana dell’Università di Malta, ha collegato la paura e la solitudine dei nostri giorni alla mancanza di una dimensione religiosa.\n\nIl dibattito si è sviluppato con gli interventi del prof. Bruno Ferraro, Presidente del Tribunale di Tivoli, il quale ha messo in risalto l’originalità di “Antropologia della sicurezza”, che offre “grandi slanci poetici”, e della Dott.ssa Serenella Pesarin, Direttrice Generale del Dipartimento di Giustizia Minorile, che ha collegato il tema della sicurezza affrontato nel libro alla sua esperienza personale, cogliendo l’occasione per elogiare e incoraggiare i giovani di oggi.\n\nInfine, oltre ad alcune riflessioni del prof. Ceci sulla società della comunicazione e ai suoi ringraziamenti, vi sono state ulteriori testimonianze e dibattiti dei presenti in sala, che hanno suscitato il profondo interesse di tutti i partecipanti.    \n\nValeria Urbano

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