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Anzio, Nerone Vs Petronio: intervista al protagonista Federico Perrotta

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Federico Perrotta interpreta Nerone nell’ultimo lavoro di Pierfrancesco Pingitore in scena stasera ad Anzio. “Nerone VS Petronio, la cena segreta del Satyricon”, questo il titolo dell’opera teatrale, vedrà a Villa Adele Federico Perrotta, Luca Biagini, Valentina Olla, Lorenzo Grilli, Federico Nelli, Federica Della Pelle e Roberta Vesperini. 

Chi era in realtà Nerone? Un pazzo sanguinario, che esercitava il suo potere per compiere impunito orrendi misfatti, convinto oltretutto d’essere un grande artista? O la vittima della più grande mistificazione storica, sognatore e megalomane, ma non privo di una sua grandezza?

E Petronio, grande scrittore e amico di Nerone, era poi cosìinnocente quando fu costretto a togliersi la vita? E qual è la funzione di un intellettuale, ieri ma anche oggi, al cospetto del Potere?

La commedia che li vede entrambi protagonisti ha per scenario la Roma degli Anni Sessanta dopo Cristo, poco dopo il grande incendio che la semi distrusse, e di cui furono accusati, ma senza prove, tanto Nerone stesso quanto gli aderenti a una piccola setta, allora semi clandestina: i Cristiani.

A meno di un’ora dall’entrata sul palco abbiamo intervistato Federico Perrotta, il protagonista di quest’opera.

Tu sei un attore comico: quanto ti sei trovato nella parte di Nerone?

“Devo dire tantissimo. Quando Pingitore mi ha proposto di essere il suo Nerone in questa trasposizione teatrale – dopo che lui nel ’77 uscì con il famoso film con Pippo Franco, che interpretava proprio Nerone – mi sono mostrato subito grato e onorato per l’occasione. Inizialmente c’è stata un po’ di paura, nel senso che Pingitore è molto esigente, è uno stakonivista e quando prepara un testo è super perfezionista, analizza ogni singola battuta; essere all’altezza delle sue aspettative reca grandi pressioni: ogni scambio deve essere come lui se lo è immaginato nella sua testa”.

Cosa ci puoi dire su questo spettacolo?

“All’inizio può sembrare una storia di 2.000 anni fa ma invece è di un’attualità disarmante a tal punto che uno può arrivare a pensare: ‘Ma non è che Pingitore ha modificato la storia per renderla in chiave attuale?’ E invece no, la storia è riconsegnata in pieno per quella che è. La cosa è incredibile, ma assolutamente vera”

Questa sorta di parallelo tra passato e attualità come l’hai vissuta? 

“Noi pensiamo che il mondo sia cambiato tantissimo ma in realtà molte cose sono sempre le stesse. Passano i secoli, cambiano gli uomini è vero, ma in fondo è solo la storia ciclica che si ripete. Le stesse congiure di palazzo, i complotti, l’avidità umana c’erano 2.000 anni fa come oggi. Pensiamo a Nerone: fa carte false per conquistare Poppea e subito dopo si innamora di un giovane danzatore; c’è sempre questa voglia di andare oltre, di spingersi sempre più in là. Tanto che proprio il primo matrimonio di larghe vedute fu quello di Nerone che si innamorò di Sporo e volle portarlo all’altare”

Quali sono i progetti futuri di Federico Perrotta?

“Già con questo spettacolo ritengo di aver tagliato un traguardo importantissimo: sentivo il gap di un ruolo con il quale dover essere all’altezza per rispettare le aspettative. Dunque la voglia di pensare oltre ovviamente c’è, ma c’è anche tanta voglia di tenere i piedi ben piantati a terra”

Rispetto agli esordi quanto ti senti cambiato?

“Qualche bel passo in avanti ritengo di averlo fatto. La voglia di esprimermi con spensieratezza è restata la stessa e si è unita man mano con l’esperienza e con la tecnica”.

Qual è il personaggio della tua carriera a cui sei maggiorante legato? E l’artista?

“Come personaggio il Nerone che sto interpretando in questi giorni. La sua capacità di passare dalla follia alla dolcezza, alla cattiveria estrema al pentimento, mi hanno regalato davvero tanto. Per quanto riguarda l’artista penso a Oreste Lionello ma anche Leo Gullotta, i vari Pingitore, Pino Insegno insomma ognuno è in grado di darti qualcosa di unico”

Quanto è difficile far ridere il pubblico in maniera non forzata, naturale e non volgare?

“Io cerco sempre di entrare in empatia col pubblico, quando recito cerco di non…recitare. Non è un gioco di parole ma il tentativo di far corrispondere il ruolo che io faccio a quello che è la mia persona con totale naturalezza. Non mi piace essere volgare, non è il mio stile”

Si racconta di un incontro in età adulta con una tua maestra in cui ne è venuto fuori che comico in realtà lo eri pure da bambino: è vero o è solo una leggenda metropolitana?

“Si, mi ha perfino fatto vedere un piccolo filmato in cui in una recita in prima elementare facevo la sua imitazione. L’indole probabilmente era già definita e il mio percorso quindi segnato”. 

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