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Aprire un’agenzia immobiliare in proprio è una buona idea?

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Quello che stiamo attraversando è un periodo storico senz’altro complesso dal punto di vista occupazionale, soprattutto per i giovani.

Molte volte si sente dire che il lavoro è meglio inventarselo che cercarlo, a favore di un approccio imprenditoriale sempre più diffuso, al posto di una ricerca passiva che spesso comporta tempi lunghi e livelli di insoddisfazione e frustrazione piuttosto elevati.

Guardarsi intorno, per capire quale potrebbe essere il mercato più fertile per lanciare la propria carriera da libero professionista, seppure comporti un grande impegno e altrettanti sacrifici iniziali, può ripagare in termini di gratificazioni e guadagni, nel lungo periodo.

Quello del mattone è un mercato che, tra vari alti e bassi, rimane sempre piuttosto florido in termini di investimenti, compravendite e affitti.

Puntare, dunque, a una carriera nel settore, magari come agente o addirittura aprendo un’agenzia tutta propria può essere una buona idea, a parte che ci si muova con estrema attenzione si presti attenzione a molti fattori.

Certo, per chi è a digiuno dell’argomento, si può rimanere disorientati, in prima battuta ed è giusto restare prudenti.

Il primo passo da muovere, in queste circostanze, è quantomeno raccogliere tutte le informazioni utili per capire come si diventa professionisti del settore, in che modo avviare una propria agenzia e cosa comporta in termini di costi e guadagni.

Esistono molti supporti validi online, se pensiamo a una guida che raccolga tutte queste notizie e le spieghi in modo facile e comprensibile.

Solo per citarne uno, Dove.it, agenzia immobiliare online, si occupa anche di orientare i futuri professionisti del settore, pubblicando appositi articoli su come aprire agenzia immobiliare.

Ne abbiamo letta qualcuna e i dati che siamo riusciti a raccogliere sono molto esplicativi e di facile fruizione.

Si desume molto rapidamente quali sono i requisiti necessari per diventare agente immobiliare, passaggio propedeutico per aprire un’agenzia tutta propria, quali procedure burocratiche seguire per aprirla, quali fattori considerare, i costi, i potenziali guadagni e quanto convenga muoversi in completa autonomia o affiliarsi ai più noti brand del settore.

Certo, la propensione personale alla vendita è un buon punto di partenza. Saper comprendere le esigenze dei clienti, essere empatici, possedere autocontrollo, persuasione e spiccate attitudini ai rapporti interpersonali sono ingredienti imprescindibili.

A questi va poi unita la conoscenza tecnica, che si acquisisce con un corso apposito, generalmente organizzato dalla Camera di Commercio della provincia di riferimento, con relativo esame finale, che permette di conquistare il patentino da Agente Immobiliare.

Solo in questo momento si potrà avviare la propria carriera di mediatore tra le parti interessate alla vendita, affitto o all’acquisto di locali, terreni, immobili.

L’auspicio è iniziare magari collaborando con agenzie già avviate sul territorio, in modo da farsi le ossa sul campo e imparare i segreti del mestiere dai professionisti più esperti.

Capire come si orienta il mercato, quali sono le zone ancora “scoperte”, su quale tipologia di mercato si orientano tra affitti turistici, compravendite di immobili finiti o su progetto, attività commerciali, senz’altro contribuisce a specializzarsi e acquisire competenze specifiche orientate in tal senso.

Solo dopo ci si può reputare pronti per il grande passo, aprendo magari una propria Partita Iva, iscrivendosi alla Camera di Commercio, richiedendo la Scia al Comune competente e, magari, anche dotandosi di una copertura assicurativa per i rischi professionali.

In tutto questo, non bisogna dimenticare il budget da investire.

Aprire un’agenzia tutta propria ha il suo costo, che varia a seconda che si scelga di aderire a un brand esistenze, come franchising, o muoversi con un brand autonomo.

In linea di massima il budget potrebbe variare dai 30.000 ai 50.000 euro, ma molto dipende dalla zona, dall’affitto dei locali, dalle spese di formazione, dall’arredo e dagli stipendi che si dovranno corrispondere al personale, senza dimenticare i gestionali per i calcoli dei valori di mercato e le spese pubblicitarie.

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