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Ardea: rimborsi e ‘modiche’ cifre, quando 500 euro diventano un caso

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Un rimborso di 500 euro per due mesi e mezzo di lavoro. In mezzo la dichiarazione di dissesto finanziario da parte del Comune di Ardea. Sommate le due cose – aggiungendo l’ulteriore elemento di avere a che fare con il Movimento 5 Stelle – e il gioco è fatto: una bella polemica in pieno stile italiano.

Di cosa parliamo? Di una vicenda riguardante un assessore di Ardea, Sonia Modica, delegata al Commercio, Turismo, Cultura e Ambiente, che ha presentato una richiesta di rimborso spese per circa 540 euro, somma spesa per raggiungere il posto di lavoro dato che la sua abitazione si trova ad Aprilia

E questo, al tempo della crisi, ma anche di Facebook dove tutto fa scandalo, specie se proveniente dal mondo di chi ci governa, ovviamente non poteva che scatenare un polverone.

“I soldi sono giustificati fino all’ultimo centesimo e pure legittimi”, la replica dell’Assessore alle accuse, che ha precisato che quella somma è stata richiesta sulla base del lavoro svolto per il Comune di Ardea. Mera strumentalizzazione politica, aggiungeranno i difensori che devono fare i conti però con tutta una serie di fattori che giocano a sfavore, primo su tutti l’esser collegata ad un Movimento anti-casta che ha fatto della lotta ai privilegi il suo cavallo di battaglia.

Ma un rimborso spese può essere considerato “un privilegio”? A voi il giudizio, ma per il “popolo della rete” non ci sono dubbi: la risposta è senza dubbio sì. “Pure i vitalizi sono legittimi ma ciò non vuol dire che siano giusti”, scrive qualcuno. “Nessuna retribuzione considera gli spostamenti nella retribuzione”, aggiungono altri. Poi c’è l’elemento del dissesto: per il cittadino comune le precisazioni e i tecnicismi contano meno di zero. Se l’ente chiede sacrifici perché non dà il buon esempio? E anche qui difficile controbattere alle accuse. 

 

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