La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma che consentiva agli autori degli abusi edilizi di divenire proprietari del terreno. Ne consegue che le pratiche rientranti nella fattispecie dei terreni gravati da uso civico, come quelli dei 706 ettari delle Salzare, devono essere bloccate.
La norma in oggetto, in effetti un articolo, l’8, “è la legge Regionale del 1986 e di quella del 2005 nella loro interezza, ossia quella riguardante proprio gli usi civici”, riporta Latina Oggi nell’edizione odierna.
Il primo effetto è allora quello del blocco delle pratiche di conciliazione con i Comuni, mediante le quali chi ha fatto un abuso su un terreno gravato da uso civico può chiedere di diventare proprietario del terreno per poi regolarizzare la propria posizione. Facile dedurre dunque un futuro assai incerto per il complesso delle Salzare ad Ardea, che è interamente gravato da uso civico.
“E’ evidente nel caso di esame l’irragionevolezza e l’incoerenza di un meccanismo normativo che fa discendere da un illecito, quale l’intervenuta edificazione su un suolo demaniale, il diritto di acquistare detto suolo e per di più ad un prezzo di favore, se non addirittura simbolico”, si legge nella sentenza della Corte che al contempo ribadisce e dà “l’esclusività di tale materia allo Stato e non ad altri enti”.
Ad ogni modo, in attesa di nuovi sviluppi, il dirigente comunale di Ardea non sta più rilasciando “alcun tipo di permesso o di affrancazione sui terreni di uso civico collettivo posseduto dai Comuni che su quelli di uso civico privato”.