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ATAC, il treno si spezzò ad Acqua Acetosa: partono le indagini sui modelli Firema

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Partono le indagini all’interno di ATAC sui modelli della Firema, che il 6 febbraio avevano visto un treno spezzarsi in prossimità del deposito di Acqua Acetosa. 

A condurre le indagini al momento è la stessa municipalizzata romana addetta al trasporto pubblico romano, che in una nota comunica: “L’azienda ha disposto controlli sulle barre accoppiatrici degli altri mezzi a disposizione della linea con il coinvolgimento diretto del costruttore. Atac sottolinea che questa tipologia di guasto non si è mai verificata negli ultimi 35 anni. L’azienda ha informato gli enti competenti e ha nominato una commissione tecnica per gli approfondimenti”.

Insomma iniziano ora i controlli sul buono stato dei mezzi Firema, che attraverso il loro caso di febbraio vanno ad aggiungere un nuovo episodio di disagio all’interno dei molteplici malfunzionamenti presenti sui mezzi di ATAC. 

L’episodio di Acqua Acetosa che coinvolse un treno dell’ex società casertana avvenne all’inizio di febbraio 2020, quando il convoglio fuori dal regolare servizio si spezzò in due parti in prossimità del deposito locale. Le dinamiche si manifestarono durante le manovre per il rientro del treno, dove un cedimento dell’organo di aggancio della barra di accoppiamento fece isolare la carrozza di terra – rimorchiata dal macchinista – dal resto del convoglio. Una situazione molto grave e pericolosa quella che si manifestò, che venne documentata attraverso materiale fotografico dagli stessi operai dell’ATAC intervenuti quel giorno sul problema. 

Le operazioni per recuperare le carrozze sganciate dalla testa impiegarono molteplici ore, tante che tali interventi terminarono solamente alle 3 di notte del giorno successivo: qui gli addetti ai lavori dovettero anzitutto trainare i singoli vagoni vaganti, per poi interessarsi alla liberazione dei binari e ripristinare il regolare servizio di circolazione dei mezzi da fruire ai pendolari. 

Nei primi giorni successivi all’incidente ATAC ha sempre provato a negare questo episodio, ritrattando la propria posizione pubblica solamente grazie alle pressioni sollevate dalle sigle sindacali interne alla municipalizzata e le associazioni dei pendolari attive sul territorio di Roma. In merito a questo disagio la municipalizzata romana dichiarò: “Si è trattato di un guasto alla barra accoppiatrice di due vagoni che non ha provocato né poteva provocare problemi visto che sui mezzi esistono dispositivi appositamente studiati per garantire la sicurezza. Il treno guasto è stato condotto in officina per le riparazioni”.

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