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Aumento delle bollette: Roma, Pomezia e Aprilia spengono le luci

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i comuni spengono la luce per protesta contro l'aumento delle bollette

I comuni protestano insieme contro l’aumento delle bollette. Molti comuni italiani spegneranno le luci sui principali monumenti alle 20:00 di oggi 10 Febbraio. Gli organizzatori dell’iniziativa sono Anci e ANCI Lazio. Lo scopo dell’iniziativa è salvaguardare le famiglie e le Istituzioni che con l’aumento delle bollette potrebbero non superare questo momento di crisi generale. ANCI, infatti, stima un aggravio di circa 550 milioni di euro per le autonomie locali, su una spesa complessiva annua, per l’energia elettrica, che va tra 1,6 e 1,8 miliardi di euro. Quella che avverrà questa sera sarà la protesta dei sindaci per sensibilizzare il governo sugli effetti che il caro bollette avrà sui bilanci delle amministrazione con il rischio di tagliare wellfare e servizi per i cittadini. 

Quando e dove avverrà la protesta

Il Comune di Aprilia dalle ore 20:00 di questa sera, su Piazza Roma e sulla sede municipale, spegnerà le luci per mezz’ora. Il fine della protesta è chiedere al Governo azioni decise che riducano l’impatto degli aumenti sui bilanci delle famiglie, delle imprese e degli Enti Locali. La luce verrà a mancare anche a Pomezia dove la Torre civica di piazza Indipendenza rimarrà al buio per 30 minuti. Aderisce all’iniziativa anche Roma Capitale  il cui sindaco, Roberto Gualtieri, informa che le luci del Campidoglio saranno spente a partire dalle 20:00. Il caro delle bollette ha avuto un impatto molto significativo per la Capitale. Infatti, il sindaco Gualtieri ha calcolato, per Roma, tra i 40 e i 50 milioni in un anno: ossia tre anni di trasporto scolastico, tre mesi di mense e 180 chilometri di manutenzione stradale. Anche a Firenze il sindaco Dario Nardella spegnerà Palazzo Vecchio in quanto gesto “eclatante” sia per il paese e per la sua città che sta stimando un ammanco superiore a 10 milioni di euro. Questi – sottolinea Nardella – sono tutti soldi che se dovessero mancare costringerebbero il comune a tagliare i servizi.  

 

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