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“Buon Natale maledetti Poliziotti”: frase-choc su Facebook per la morte dell’agente, si faccia giustizia

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“Augurarsi la morte di qualcuno, gioire per la morte di qualcuno è l’orrendo segnale del vuoto assoluto che alberga dentro alcuni, di una disumanità che non ha paragoni. Ma esultare per la morte di un poliziotto è qualcosa di più significativo, qualcosa che rappresenta un chiaro segnale, un messaggio preciso, una minaccia concreta, e non bisogna essere grandi esperti del nostro mestiere per capirlo. Spingersi a tanto risponde all’irresistibile impulso di qualificarsi come convinti appartenenti all’anti-Stato, alla ricerca, anche, di sponde utili a tramutare in fatti l’odio viscerale e totale racchiuso nelle parole, nei commenti in rete, anche solo nei singoli gesti di insofferenza e di offesa nei confronti degli appartenenti alle Forze di Polizia. Di persone capaci di esprimere un tale livello di viltà e violenza siamo purtroppo esperti, e sappiamo bene che vanno temute rappresentando un serio pericolo.

Ecco perché ci auguriamo che la risposta di fronte a questo ennesimo gravissimo gesto sia ferma e severa, e abbiamo chiesto al Dipartimento della Pubblica Sicurezza che il responsabile sia identificato e deferito all’Autorità Giudiziaria”. Così Domenico Pianese, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia dopo la notizia del messaggio choc comparso in rete della morte dell’Assistente Capo Giuseppe Beolchi, rimasto ucciso ieri in un terribile incidente stradale avvenuto sull’A1.

“Buon Natale maledetti poliziotti” è il messaggio che campeggia su facebook sopra la foto dell’auto della Polizia completamente distrutta. M.B. le iniziali dell’autore del post – rimosso dal social dalla Polizia Postale – individuato anche grazie alle tantissime segnalazioni arrivate sul profilo facebook della Polizia “Agente Lisa”. Il Segretario Generale del Coisp, per parte sua, ha chiesto al Dipartimento di Pubblica Sicurezza che il soggetto autore del post sia compiutamente identificato e deferito all’Autorità Giudiziaria.

“Ci auguriamo che si faccia presto a punire severamente il responsabile di questo abominio – insiste Pianese -, e mentre noi per primi sentiamo di dover chiedere perdono alla famiglia del collega Beolchi per l’indegna offesa subita, vogliamo ribadire che una risposta forte e concreta serve da parte di tutti. Istituzioni e politica, espressioni della società civile e singoli cittadini devono far sentire forte la condanna di gesti di questo tipo, che hanno una portata simbolica ben più cospicua dell’assurda
frase di un folle”.

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