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Carcere di Velletri, distrugge la cella poi si stringe un cappio rudimentale intorno al collo

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Attimi di paura ieri nel carcere di Velletri dove un detenuto Italiano, prima ha distrutto tutti le suppellettili presenti nella sua camera detentiva, poi ha tentato di suicidarsi legandosi una corda rudimentale al collo e all’inferriata della finestra. Fortunatamente il detenuto è stato prontamente salvato dagli Agenti della Polizia Penitenziaria che hanno evitato che accadesse il peggio.

Il detenuto è stato visitato prima dai Sanitari del penitenziario e poi inviato al Pronto Soccorso di Velletri per ulteriori accertamenti. Il detenuto è rientrato in carcere in tarda serata e sottoposto a sorveglianza a vista.  Circa un mese fa si era verificato un episodio analogo quando un 25enne aveva tentato l’estremo gesto.

Tentato suicidio nel carcere di Velletri: la denuncia del Sindacato 

Sul fatto è arrivata la denuncia dei sindacalisti del Si.P.Pe. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Carmine Olanda e Ciro Borrelli, che da sempre denunciano le condizioni difficili in cui la Polizia Penitenziaria e costretta a lavorare: «Il detenuto in argomento – commenta Borrelli – non è la prima volta che manifesta di avere problemi di natura psichiatrica. Nel Penitenziario di Velletri sono presenti anche altri detenuti che manifestano questo tipo di problema, ma a quanto pare il Servizio Sanitario pur conoscendo il problema non è in grado di contenere questo tipo di situazione.  Nel febbraio 2019 – continua Olanda – nel penitenziario di Velletri è stato aperto il repartino psichiatrico composto da quattro stanze – per un totale di cinque posti letto – destinato all’ osservazione dei detenuti che manifestano problemi di natura Psichiatrica. A tutt’ oggi il repartino psichiatrico, nonostante ci sono dei detenuti ristretti, viene gestito solo con i servizi strettamente necessari, perché in realtà mancano le figure professionali “Psichiatra, Psicologo, Infermieri”.  

«La Asl si assuma le proprie responsabilità»

La ASL RM6 di Albano Laziale – precisa Olanda –si deve prendere le sue responsabilità. I detenuti ristretti nel repartino Psichiatrico e i detenuti che manifestano di avere problemi di natura psichiatrica, devono essere gestiti e monitorati dal personale sanitario specializzato “Psichiatra, Psicologo, Infermieri” h24 e non gestiti solo dalla Polizia Penitenziaria con ordini di servizio di grande, grandissima e sorveglianza a vista”.

L’ ASL RM6 di Albano Laziale – concludono i sindacalisti – “sulla gestione dei detenuti che manifestano di avere problemi di natura psichiatrica non deve lavarsi le mani come Ponzio Pilato e la Direzione di Velletri non deve fare finta di non vedere e sentire, deve prendere una posizione determinata nei confronti dei responsabili del Servizio Sanitario del carcere di Velletri, affinché garantiscano il servizio previsto per l’assistenza delle persone che hanno problemi psichiatrici.  Bisogna prevenire che aspettare che succeda prima il peggio per poi intervenire”. 

 

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