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Casa occupata, la proprietaria truffata non può difendersi

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Casa occupata: l’inquilino occupa l’appartamento milanese da 300 mq senza pagare l’affitto. La proprietaria non riesce a difendersi per buchi legislativi nella tutela d’urgenza dei locatori di fronte ad occupazioni irregolari ed illecite. Sfratti milanesi ingolfati e mancanza di leggi adeguate.

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Casa occupata, l’inquilino non paga l’affitto

Succede in pieno centro, a Milano. V.P.B, Un signore all’apparenza educato e benestante, coniugato con una donna ucraina e con due figli minorenni, occupa illecitamente un immobile di proprietà della Signora G. non pagando l’affitto e tentando di estorcerle la casa attraverso varie scuse, minacce ed intimidazioni.

Nel 2019 la proprietaria dell’appartamento milanese di 330 mt q. vista Duomo decide di mettere a reddito il suo immobile, diventato per lei troppo oneroso a causa di spese condominiali elevate, Imu, mutuo, utenze ed altri costi di manutenzione necessari per evitarne il deperimento.

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L’immobile era diventato eccessivamente grande e dispendioso per la Signora G., da quando i figli si sono trasferiti all’estero per lavoro ed è venuta a mancare la mamma, che in precedenza risiedeva in famiglia. La Signora dunque è stata costretta a compiere una scelta in linea con le sue attuali possibilità economiche.

Consultatasi con una agenzia immobiliare – la “House & Loft” di Milano- le vengono proposte due soluzioni: la locazione o la vendita. Dato l’elevato pregio dell’immobile, un attico vista Duomo, appunto, di quasi 300 mq con un ampio terrazzo che contorna lo stesso, su consiglio dell’agenzia, la proprietaria opta per la locazione.

Questo avrebbe dovuto permettere alla Signora G. di far fronte alle spese annuali relative all’immobile.

Avrebbe così potuto mantenere la proprietà dell’appartamento, a lei caro anche affettivamente, pure nell’interesse futuro dei suoi figli.

Casa occupata, l’inquilino non paga l’affitto

Il contratto, regolarmente registrato, viene stipulato con una Società Svizzera propostale dall’intermediario e l’immobile viene concesso dalla società in comodato gratuito a favore dell’allora amministratore, tale V.P.B, il quale, con famiglia,  ne ottiene la disponibilità materiale.

L’immobile viene affittato arredato con mobili di pregio, tre opere d’arte di Lucio Fontana ed altri pezzi importanti rinvenibili nell’inventario unito al contratto stesso.

Il canone di locazione viene concordato per 90.000,00 euro annui più spese condominiali pari ad euro 12.000,00. L’appartamento è stato visionato dall’occupante per ben due volte prima di firmare il contratto, accompagnato dalla responsabile dell’agenzia immobiliare.

Alla scadenza del primo anno l’inquilino, Sig V.P.B si rifiutava di pagare il canone annuale e le spese condominiali relative alla seconda annualità giustificandosi con il fatto che l’appartamento fosse inadeguato per lui e la sua famiglia.

L’inquilino contestava inoltre la presenza di un presunto stato di degrado e un mal funzionamento degli impianti, che hanno necessitato lavori temporanei, rendendo il terrazzo parzialmente inutilizzabile.

Questi lavori, secondo l’inquilino, avrebbero causato un grave disagio ed ‘enormi problemi psicologici’ ai due figli minori. Ciononostante, costui si rifiutava di rilasciare l’immobile e si arrogava il diritto di non pagare l’affitto e le spese condominiali previste, occupando così l’appartamento gratuitamente, a tempo indeterminato.

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I tentativi di sfratto ed il fallimento della Società svizzera

A gennaio 2021 è avvenuto un tentativo di sfratto per morosità, fissato nel mese di giugno 2021. A nulla sono valsi i tentativi di mediazione per cercare di trovare un accordo.

Alla prima udienza di giudizio di sfratto, in giugno, il giudice gli concede il termine di 90 giorni prima di lasciare la casa. Alla seconda udienza la società si dichiarava fallita, poco tempo prima dell’udienza.

Il giudice ha così interrotto il giudizio di sfratto, prendendo atto del fallimento della società. A gennaio 2022, il giudice, dopo aver sottoposto la Signora G. ad una attesa estenuante, non concedeva lo sfratto per morosità e demandava tutta la vicenda alla competenza del giudice fallimentare.

Questo significava cominciare tutto da capo, con ostacoli ancor più duri da superare. Intanto le spese condominiali continuavano a maturare, così come quelle del mutuo e tutte le altre spese già sopra elencate.

L’intervento de Le Iene

La Signora esasperata dalle derisioni continue dell’occupante e della compagna, che ancora oggi la cacciano via letteralmente da casa sua, si rivolgeva al programma televisivo Le Iene, per cercare di avere un po’ di giustizia. Agli incontri con la redazione del famoso programma, il Sig V.P.B calunniava la Signora G., negando ogni sua responsabilità e adducendo carte e montagne di scuse. 

Intanto alle finestre dell’appartamento compariva una immagine della proprietaria con una scritta recante la parola ‘Rip’, ad augurarle una veloce dipartita.

Oggi il Signor B.P.V, – che grazie ad una indagine della Procura Milanese è risultato avere gravi precedenti penali e una truffa da oltre 14.000 milioni di euro, con un periodo di arresti domiciliari scontati nell’appartamento della Signora G.- con la sua famiglia continua ad occupare illecitamente la casa indisturbato, senza pagare un euro. Guida due auto di lusso sequestrate di cui non ha restituito le targhe e conduce una vita molto agiata. L’intenzione di non voler lasciare l’immobile è quanto mai evidente.

L’appello della proprietaria dell’appartamento occupato

la Signora G. esasperata afferma: ‘In Italia è possibile dunque vivere in case non proprie abusivamente, girare indisturbati con delle autovetture sequestrate che fanno parte del patrimonio di un fallimento; che sulle stesse possano circolare due minori di 7 e 9 anni, iscritti presso l’Istituto privato San Carlo.

Girare oltretutto su auto prive di copertura assicurativa. Decisi di chiamare la polizia che si limitò ad emettere una multa per divieto di sosta perché l’autovettura, senza regolare targa e priva di assicurazione, era posteggiata sulle righe gialle di un’area residenziale.

Ogni giorno seguo le vicende di persone truffate perché sprovviste di tutela per mancanza di strumenti giuridici che consentano, con efficacia immediata, di ripristinare il diritto e la giustizia di chi vede occupata la propria casa.’

‘Niente tutela per i proprietari e per il recupero dei loro beni’

‘Mi chiedo perché i delinquenti possano agire indisturbati, abitare in appartamenti altrui senza pagare. Il mio orologio corre, le mie spese crescono, non so quanto potrò resistere. I miei figli, con il loro lavoro, mi aiutano ad onorare tutte le spese facendo grossi sacrifici, ma l’umiliazione e la vergogna di pesare su di loro è per me devastante.

La scelta di affittare era stata maturata per dare loro una mano, per poterli aiutare ad acquistare una piccola casa. Mi ritrovo invece in una situazione in cui sono loro ad aiutare me. Facciamo immensi sacrifici per cercare di pagare tutte le spese e per non farci pignorare la casa (che se venduta all’asta subirebbe una grande perdita di valore), e costui ne gode indisturbato.

Quando incrocio il Sig. V. P. B, questi mi guarda con aria minacciosa e, sprezzante, mi ride apertamente in faccia. I suoi figli quando mi vedono a voce alta mi deridono, La compagna mi offende dandomi della senza fissa dimora. Cosa devo fare affinché qualcuno mi ascolti e dia voce alla mia disperazione?’

Come dare torto a questa Signora, constatando che questo truffatore sta conducendo una vita dispendiosa alle spalle di una cittadina, che non non essendo tutelata dallo Stato non ha proventi da quel suo immobile e non può disporne?

 

 

 

 

 

 

 

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