Home » News » C’era una volta il Borgo di Pratica di Mare…e ora? ‘Quel cancello’ un anno dopo

C’era una volta il Borgo di Pratica di Mare…e ora? ‘Quel cancello’ un anno dopo

Pubblicato il

Borgo di Pratica di Mare, un anno dopo. Sono passati infatti poco meno di 365 giorni da quando, a causa di alcuni lavori, il (vero) centro storico di Pomezia è stato chiuso, di fatto, al pubblico ma di novità, purtroppo ad oggi non ce ne sono. Quel cancello, con relativa affissione del programma dei lavori – peraltro già scaduti e più volte prorogati -, è ancora lì.

“Basta aspettare”, potrà dire allora qualcuno. Vero: ma sapendo “cosa” aspettare probabilmente si creerebbe molta meno confusione e sarebbe più facile per tutti. Per cercare di approfondire la questione ci siamo rivolti a due delle associazioni più attive sul territorio sull’argomento, Latium Vetus e Pomezia Sparita, intervistando i relativi Presidenti (Giacomo Castro e Luca Paonessa). Dopodiché abbiamo ascoltato anche il Comune di Pomezia. Le interviste sono riportate nella loro versione integrale in video (con relativa guida), oppure in sintesi testuale alla fine della pagina.

Il Corriere della Città, Ottobre 2017

Turisti, cittadini, innamorati, curiosi: chi non ha almeno un (caro) ricordo del Borgo?

21764895_10212491197749018_4871645790654655093_n

Immagine 1 di 4

Pratica di Mare, Giacomo Castro: “Chi sostiene la tesi della proprietà privata ha una visione ottocentesca delle cose”

https://www.facebook.com/lativm.vetvs/photos/a.1405605463018623.1073741829.1378374689075034/1963050507274113/?type=3&theater

  • 0-1’26”= Cosa rappresenta il Borgo di Pratica di Mare per Pomezia?
  • 1’27”-3’13”= Quale futuro per il Borgo di Pratica di Mare?
  • 3’14”-8’13”= I confini tra pubblico e privato nel Borgo di Pratica di Mare
  • 8’14”-9’50”= I contatti con la Famiglia Borghese
  • 10′-11’50”= Il ruolo del Comune di Pomezia
  • 12′-FINE= Il ruolo dei cittadini di Pomezia

Luca Paonessa: “Costituzione Italiana, Codice Civile, Regolamento Comunale di Pomezia vanno in un’unica direzione”

  • 0-3’05”= Cosa rappresenta il Borgo di Pratica di Mare per Pomezia?
  • 3’05”-4’= Quale futuro per il Borgo di Pratica di Mare?
  • 4′-14’= I confini tra pubblico e privato nel Borgo di Pratica di Mare
  • 14′-15’50”= I contatti con la Famiglia Borghese
  • 16′-19’= Il ruolo del Comune di Pomezia
  • 19′-FINE= Il ruolo dei cittadini di Pomezia

(La sintesi dell’intervista)

Quale futuro si prospetta per il borgo di Pratica di Mare? Che idea si è fatto?

Luca Paonessa: “Al momento ci sono dei lavori in corso. C’è un cancello e non si può entrare. Noi siamo fiduciosi anche se, essendo il Borgo privato, non si può escludere che poi si sceglierà di agire diversamente. La speranza è ovviamente quella di vederlo di nuovo accessibile a tutti”

Giacomo Castro: “Noi a gennaio avevamo pubblicato un post dal titolo eloquente: “Quale futuro per Pratica di Mare?”. Il punto è che, attualmente, questo futuro ,banalmente, non c’è. La situazione è la stessa di gennaio, i lavori sono fermi ma quel cancello è ancora lì. E’ un cancello di cantiere? Probabilmente sì, probabilmente no. E comunque i lavori erano scaduti, sono stati prorogati, quindi sono ri-scaduti. Andranno avanti in modo indeterminato? Per anni o per quanto? Di certo rinunciare al Borgo è un grave errore strategico secondo noi, ecco perché vorremmo avere maggior chiarezza sul suo futuro”
Ciò che lascia perplessi è la questione “pubblico e privato”.

All’interno del Borgo di Pratica di mare dove finisce il privato, e dove inizia il pubblico?

Luca Paonessa: “Penso che la questione sia da approfondire. Non essendo esperto in materia posso solo avanzare qualche considerazione partendo ad esempio dal Codice Civile o dalla costituzione della Repubblica Italiana. Tutto parte dall’atto di acquisto depositato nell’archivio segreto vaticano datato 1617 e questo atto legittima la proprietà della famiglia Borghese; l’art. 832 del codice civile dispone autorità sulla proprietà privata. ma c’è un altro punto da tener presente, un altro articolo ancora del Codice Civile, l’826: “[…] Fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato le […] le cose d’interesse storico, archeologico, paletnologico, paleontologico e artistico, da chiunque e in qualunque modo ritrovate nel sottosuolo […]”. Questo è un passaggio rilevante: sappiamo che il codice civile è del 1942 e dopo questa data è successo un fatto sorprendente. La seconda guerra mondiale, dalla quale il castello di Pratica di Mare uscì semi-distrutto, permise di scoprire, sotto la struttura, dei mosaici con decorazioni in bianco e nero pettinanti ad un pavimento di una villa romana risalente al 1°-2° secolo D.C.. Il mosaico è stato scoperto nel ’48. Non sono esperto diritto ma la domanda che ci poniamo è questa: può tale mosaico essere considerato legittima eredità dei Borghese e dunque proprietà privata? Il mosaico non deve essere invece considerato come patrimonio dello Stato italiano? Poi c’è la libera circolazione all’interno del borgo. L’art. 16 della costituzione parla di territorio nazionale, non statale: ecco, cosa si può intendere per “territorio”? Io credo si debba far riferimento ad uno dei tre elementi necessari affinché vi sia uno Stato Indipendente, ovvero sovranità, popolo e territorio: e le strade “private” come quelle del Borgo che però hanno una denominazione sono parte del territorio nazionale oppure no? Invito i lettori a consultare poi il regolamento comunale di Pomezia all’art.17, i primi due commi: da questa lettura non emerge allora che le strade del Borgo di Pratica di Mare fanno parte del territorio nazionale e dunque rientrano nel quadro delineato dal regolamento comunale?

Giacomo Castro: “Questo è il vero nodo del contendere. Partiamo da un fatto: ogni volta che solleviamo la questione qualcuno risponde che il Borgo di Pratica di Mare è privato, dunque, con buna pace, la proprietà fa ciò che vuole. Chi ha questa visione però, mi dispiace dirlo, ha una visione ottocentesca delle cose, una visione che c’era forse con lo Statuto Albertino, che però è stato sostituito nel ’48 dall’attuale Costituzuione. La Costituzione Italiana non parla di uno strapotere della proprietà privata, ma pone dei limiti e uno dei tanti è quello “dell’uso pubblico” ed è qui che viene fissata la visione di Pratica di Mare. Noi, come altre associazioni, crediamo che debba essere fatto un distinguo in particolar modo per le strade: ponendo infatti anche il caso che le strade siano private quello che noi diciamo è che per 600 anni circa sono state aperte. In questo ampio lasso di tempo ci sono stati locali, tabaccherie, alimentari, poste, insomma di tutto. Le strade di Pratica di Mare hanno dei nomi, e hanno dei nomi perché qualcuno glieli ha dati, e questo qualcuno è il Consiglio Comunale di Pomezia negli anni ’50. Fino a sessant’anni fa c’era tutta una vita intorno al Borgo perché la città non era sviluppata così come la vediamo oggi; ecco perché sulle strade, è incontrovertibile, siano esse private o meno, che ci sia stato e ci sia un uso pubblico. Questo uso pubblico è un diritto…pubblico dei cittadini: chiuderle vuol dire limitare questo diritto. “Uso pubblico” che, ad esempio, non c’è nel castello: la famiglia proprietaria non ha mai aperto quindi tale uso pubblico non si è mai consolidato. Quindi noi non diciamo che in queste aree, il castello ma anche le varie abitazioni ecc., ci sia un uso pubblico ma parliamo di strade. La famiglia infatti, ed è un altro aspetto cruciale, non è poi che nel tempo ha “tollerato” chi entrava, o concedeva dei “permessi” per farlo; no, la famiglia ha sempre lasciato libertà di accesso, anzi voleva che si entrasse nel borgo anche per tutte le attività commerciali presenti all’interno. Per tutti questi motivi crediamo che l’uso pubblico sulle strade non solo si sia consolidato, ma che sia un vero e proprio dato di fatto”.

Da cittadino come giudica il comportamento dell’amministrazione? E che ruolo può avere secondo lei da qui in avanti nella vicenda?

Luca Paonessa: “Penso che il Comune abbia un ruolo marginale perché quando si parla di proprietà privata le possibilità di controllo da parte di un ente pubblico sono un po’ limitate. Attraverso accordi particolari però è possibile arrivare a grandi risultati, pensiamo a quanto accaduto con lo Stato del Vaticano: un’area cioè indipendente ma di accesso al pubblico, con ovvie limitazioni. Questo ad oggi non accade con Pratica di Mare, ma potrebbe essere uno spunto per arrivare ad una soluzione”

Giacomo Castro: “L’uso pubblico fa parte della sfera degli interessi pubblici e chi dovrebbe tutelarli è in effetti il Comune, in questo caso il Comune di Pomezia. Ad oggi però, almeno per il momento, l’ente sembrerebbe posizionarsi su quella visione ottocentesca di cui parlavamo prima, ovvero della Proprietà Privata. Sembra che però ci siano state delle voci ufficiose circa un certo grado di ottimismo sulla riapertura , prima o poi, del Borgo ma tutto ciò ha un valore? Se un domani la proprietà volesse “consolidare” un diritto per loro, cioè quello di chiudere il Borgo, cosa accadrà? Tale ‘diritto’ non andrebbe a discapito dei cittadini? Per questo riteniamo che il Comune avrebbe dovuto giocare un ruolo più incisivo nella vicenda, ma ovviamente è solo una nostra considerazione. I giudizi li lasciamo ai cittadini”.

BORGO DI PRTICA DI MARE, LA RISPOSTA DEL COMUNE DI POMEZIA

Minima è stata la risposta del Comune di Pomezia, con nessun accenno sui “tempi” o sul tipo di lavori in corso. “Attualmente nel Borgo di Pratica di Mare sono in corso una parte degli ingenti lavori necessari per il restauro e messa in sicurezza del complesso immobiliare. Tutte le opere in corso e relativi pareri sono stati debitamente comunicate al Comune di Pomezia e autorizzate dalla competente Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, Ente preposto alla tutela di beni di pregio come il Borgo”.

Impostazioni privacy